Afghanistan: Centro Astalli, l’Europa chiude le porte alla disperazione

1 Settembre 2021 – Roma – Il Consiglio Affari Interni dell’UE dedicato alla crisi in Afghanistan si conclude come “l’ennesima occasione mancata di dare priorità a dignità e diritti, di scegliere la via della solidarietà nei confronti di chi scappa da guerra e persecuzione”. E’ il commento del Centro Astalli che con p. Camillo Ripamonti, sottolinea che “in un tragico gioco degli specchi cui siamo costretti ad assistere da anni, l’Europa si continua a definire in pericolo, sotto attacco e in situazione di perenne emergenza, ritenendo di dover proteggere se stessa da uomini e donne disperati in fuga da guerre e crisi umanitarie“.
Il Centro Astalli spinto dagli esiti “deludenti” del meeting europeo di ieri non cessa di chiedere “la fine di accordi di esternalizzazione, proposti anche per gestire la crisi afgana: il fallimento degli ultimi anni, il costo in termini di vite umane e la condizione di ricattabilità in cui ci si va a porre li rendono da ogni punto di vista inadeguati e deprecabili”, “l’apertura di vie di ingresso legali per i richiedenti protezione internazionale dall’Afghanistan e dalle aree di crisi del Mediterraneo”; “programmi di accoglienza e integrazione per quote significative di rifugiati da gestire con meccanismi di corresponsabilità e ripartizione tra tutti gli Stati UE”; “un cambio radicale in politica estera che consenta di mettere al centro la pace e la sicurezza da perseguire con tutti gli strumenti della diplomazia e del dialogo”.

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