Migrantes Brescia: accogliere vuole dire formare

22 Luglio 2021 – Brescia – 34 richiedenti asilo nell’arco di tre anni hanno ricevuto una formazione in ambito zootecnico, agronomico e di meccanica agraria Una modalità intelligente per accogliere, formare, inserire e offrire un’opportunità in più ai richiedenti protezione internazionali o titolari di protezione. Grazie al progetto di “Farm training” (co-finanziato dalla campagna “Liberi di partire e liberi di restare” della Cei), complessivamente 34 persone, accompagnate dall’Associazione Centro Migranti – Ufficio Migrantes della diocesi di Brescia – , nell’arco di tre anni hanno potuto ricevere una formazione in ambito zootecnico, agronomico e di meccanica agraria. Hanno avuto la possibilità, attraverso corsi teorico-pratici e l’attivazione di tirocini extracurricolari, di acquisire delle competenze specifiche spendibili sul mercato del lavoro. Un segno importante. “La campagna ‘Liberi di partire, liberi di restare’ è un segno della Chiesa italiana, perché cresca la consapevolezza delle storie dei migranti, si sperimenti – afferma don Roberto Ferranti, presidente dell’Associazione Centro Migranti – un percorso di accoglienza, tutela, promozione e integrazione dei migranti che arrivano Brescia tra noi, non si dimentichi il diritto di ogni persona a vivere nella propria terra. È una campagna di denuncia dei morti, di violenze, della tratta di persone indifese che una storia nuova di accompagnamento dei migranti può scongiurare. È una campagna che vuole promuovere uno sviluppo umano integrale, per ‘tutti gli uomini e tutto l’uomo’, a livello familiare e comunitario, che intende considerare la ricchezza e le potenzialità dello scambio interculturale, in relazione alle dinamiche demografiche, sociali, economiche in atto, anche nel nostro Paese. È una campagna che costituisce un ‘segno dei tempi’, un “‘Liberi di partire, liberi di restare’ è un segno della Chiesa, perché cresca la consapevolezza delle storie dei migranti”, luogo di testimonianza di libertà, solidarietà, giustizia, democrazia. Di pace. Insieme”. Valorizzazione del tessuto agricolo. A Brescia questo percorso si è concentrato sulla valorizzazione “del nostro contesto, ricco di esperienze di accoglienza che hanno generato nuova vita nei giovani migranti giunti nella nostra terra; si è cercato di valorizzare anche il contesto lavorativo agricolo dove questi giovani, acquisite le competenze specifiche necessarie, avrebbero potuto costruire il loro futuro lavorativo”. Nonostante le difficoltà dettate dalla pandemia, grazie alla sinergia dei diversi enti coinvolti, è possibile vedere concretamente i risultati ottenuti. I risultati del 2021. Il corso “Farma training” per l’anno 2021 si è svolto da marzo a giugno. Il gruppo classe iniziale, formato da cinque richiedenti protezione internazionale (4 provenienti dalla cooperativa Kemaye 1 dall’Asilo Notturno R. Pampuri), ha affrontato le materie di zootecnica, agronomia e lingua italiana, oltre ed un modulo specifico sulla sicurezza sul lavoro, per un totale di 240 ore in classe, più le ore di laboratorio di orticoltura. Il corso si è svolto inizialmente a distanza, ma a partire dal mese di maggio le lezioni si sono tenute sia in aula che presso il laboratorio di orticoltura L’Ortoc’è, in modo da affiancare alla teoria anche l’effettiva sperimentazione sul campo. “L’ortoc’è” è un progetto (lo raccontiamo a pagina 28) di Caritas in collaborazione con la cooperativa Kemay e l’Ufficio per l’impegno sociale. I partecipanti più costanti e meritevoli hanno cominciato un tirocinio extracurricolare di inserimento lavorativo della durata di 3 mesi. (La Voce del Popolo)

 

 

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