La Giornata Mondiale del Rifugiato

18 Giugno 2021 –

Roma – La Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra il 20 giugno, è stata istituita dall’ONU nel 2000 per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di migliaia di uomini, donne e bambini costretti a lasciare il proprio paese e i propri affetti per colpa di guerre, catastrofi, fame e persecuzioni.
L’Agenzia ONU per i rifugiati, l’UNHCR, riporta che nella prima metà del 2020 i profughi e i richiedenti asilo nel mondo hanno raggiunto la cifra record di quasi 80 milioni, quasi l’1% della popolazione.
Ma cosa si intende per rifugiato? Si tratta di una particolare categoria di migranti a cui viene riconosciuta una speciale protezione internazionale secondo quanto riportato dall’articolo 1 della Convenzione di Ginevra.
Non tutti quelli che arrivano sulle nostre coste sono quindi considerati rifugiati.
Per ricevere questo speciale status infatti è necessario fare richiesta d’asilo che deve essere accettata da un’apposita commissione territoriale. Attraverso un colloquio preliminare con il candidato la commissione deve capire se è meritevole di una qualche forma di protezione: internazionale (status di rifugiato), sussidiaria o per casi speciali.
Dei circa 18.000 migranti che sono sbarcati sulle nostre coste nei giorni scorsi, come riportano i dati del Viminale, solo ad una piccola parte verrà riconosciuto lo status di rifugiato.
I dati Eurostat riportano che nel 2020 l’Italia ha registrato un incremento del numero dei dinieghi che sono circa il 70% delle decisioni totali: 10 punti sopra la media europea.
La difficoltà nell’assegnare questa speciale protezione a chi arriva nel nostro paese risiede nel fatto che non viene riconosciuta a chi proviene da paesi in “pace” o stabili economicamente e socialmente.
E’ la difficile situazione che Sophia Impresa Sociale – nata a Roma nel 2013 per opera di tre giovani italiani e un rifugiato politico – ha potuto conoscere ascoltando le testimonianze dei giovani migranti sostenuti in questi anni.
“Lasciati a loro stessi i giovani che arrivano in Italia non riescono ad integrarsi”, spiega Marco presidente di Sophia. “Ottenere lo status di rifugiato è difficile e molti finiscono vittime di spirali negative che li portano ai margini della società. Proprio per questo noi offriamo sostegno ai giovani migranti indipendemente dal loro status di partenza, creando progetti che abbracciano ogni aspetto di una reale integrazione: formazione professionale, corsi di lingua e sostegno sanitario, legale e psicologico”. (Alessio Mirtini)

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