Mamady e “educare senza confini”

3 Giugno 2021 – Roma – Il Parlamento Europeo ha chiesto all’Unione di adottare una politica migratoria europea unitaria e favorire nuovi canali per la migrazione legale.

La risoluzione, approvata con ben 495 voti il 20 Maggio, manifesta una nuova consapevolezza europea: la migrazione legale è infatti un fenomeno da incoraggiare, non solo per contrastare il traffico di esseri umani, ma anche per sopperire alla mancanza di forza lavoro nel vecchio continente.

Una risoluzione quanto mai importante considerando anche la ripresa della migrazione irregolare: da inizio anno infatti sono già 13 776 le persone arrivate sulle coste italiane. Oltre al problema interno della gestione e redistribuzione di chi arriva, vi è il dramma umanitario: le condizioni terribili a cui è sottoposto chi parte, le migliaia di morti in mare e l’azione senza scrupoli dei trafficanti di persone.

Sophia Impresa Sociale, cooperativa romana che da tempo fornisce sostegno ai migranti in condizioni di vulnerabilità, ha appreso la drammaticità della situazione proprio ascoltando le storie di chi ha vissuto in prima persona le difficoltà incontrate durante la traversata.

Mamady è uno di loro. Ha lasciato il suo paese, la Guinea, a 17 anni senza dire nulla alla sua famiglia e senza sapere a cosa sarebbe andato incontro. Il giovane guineano per arrivare in Europa ha dovuto scontare una durissima prigionia in Libia e attraversare il deserto, affrontando una volta in Italia, degrado, odio e mancanza di sostegno.

Grazie a “Creare Valore Attraverso l’Integrazione” progetto di Sophia sostenuto dalla campagna “Liberi di Partire, Liberi di Restare” promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, Mamady ha potuto ritrovare la sua dignità ed iniziare un percorso di integrazione che oltre al lavoro gli ha permesso di migliorare la lingua con corsi di italiano e la propria posizione legale con la consulenza di esperti. Un sostegno che si è basato sul creare insieme e sul lavorare con: Mamady infatti ha espresso ai collaboratori di Sophia il desiderio di tornare nel proprio paese per sensibilizzare i ragazzi sulla migrazione e fare in modo che “altri non fanno come me”, dando vita al progetto educativo in Guinea “Educare senza Confini” (nel numero di giugno di Migranti-press” un articolo su questo progetto, ndr).

Il problema maggiore” rivela Marco, presidente di Sophia “è proprio l’informazione. Solo un terzo dei giovani che vogliono partire conosce le vie legali per raggiungere l’Europa. Per questo la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo mi dà molta fiducia e mi fa sperare che in futuro non si ripetano storie tragiche come quella di Mamady”.

Aprire le porte ad una legislazione europea sulla migrazione legale infatti significa combattere la migrazione irregolare e favorire l’integrazione facendo un passo in più verso il “Noi sempre più grande” sperato da Papa Francesco. E’ proprio l’inclusione la realtà di cui a detta di Sylvie Guillame, “l’Europa ha bisogno” e che Sophia ha imparato essere la forza che genera veramente valore. (Arianna Cocchi)

 

 

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