Sassoli sull’immigrazione: “salvare vite umane, canali umanitari e una politica di accoglienza comune”

25 Maggio 2021 – Bruxelles – Durante l’intervento al Consiglio europeo, David Sassoli, ieri, ha affrontato il tema dell’immigrazione.

“So che oggi – ha detto rivolgendosi ai 27 leader Ue – non parlerete di immigrazione, ma credo che l’anno che abbiamo alle spalle – in cui siamo stati insieme capaci di scelte coraggiose e inedite – ci ponga davanti alla responsabilità di fare scelte altrettanto coraggiose”.

“Una grande potenza come l’Unione europea può presentarsi come attore globale solo se mostra di essere capace di gestire unita un fenomeno strutturale come quello della mobilità umana. Anche in questi giorni assistiamo invece a naufragi di carrette del mare nel Mediterraneo, a persone disperate che arrivano a nuoto sulle coste spagnole, a tante tragedie umane che si consumano nel cammino attraverso i Balcani o sulle Alpi italiane e francesi. Siamo davvero sicuri che questa sia la nostra carta di identità? Che questa assenza di concertazione sia all’altezza della nostra storia? Io credo di no e penso che sia necessario insieme agire su tre versanti”.

Il Presidente dell’Europarlamento li ha quindi elencati: “Primo, salvare vite umane. Questo è un obbligo giuridico e morale e non possiamo lasciare questa responsabilità solo alle Ong che svolgono una funzione di supplenza nel Mediterraneo. Dobbiamo tornare a pensare a una grande operazione comune dell’Unione europea nel Mediterraneo che salvi vite e tolga terreno ai trafficanti. Occorre un meccanismo europeo di ricerca e salvataggio in mare, che utilizzi le competenze di tutti gli attori coinvolti, dagli Stati membri alla società civile alle agenzie europee”. Secondo: “Le persone bisognose di protezione devono poter arrivare nell’Unione europea in modo sicuro e non rischiando la vita. Abbiamo bisogno di canali umanitari da definire insieme all’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e di un sistema europeo di reinsediamento fondato sulla nostra responsabilità comune”. E infine “abbiamo bisogno di una politica europea di accoglienza degli immigrati. Il Parlamento europeo ha adottato proprio la scorsa settimana la sua risoluzione in materia. Definiamo insieme i criteri di un permesso unico di ingresso e di soggiorno e valutiamo a livello nazionale le necessità dei nostri mercati del lavoro, che sono grandi – lo abbiamo visto durante la pandemia quando interi settori economici si sono fermati per l’assenza di lavoratori immigrati. Saremo all’altezza della ripresa se sapremo aprire le porte a una immigrazione regolata e necessaria per il futuro delle nostre società e dei nostri sistemi di protezione sociale”.

 

 

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