Regolarizzazioni, segnale ai lavoratori

17 Maggio 2021 – Milano – Con una circolare datata 11 maggio 2021, il Ministero dell’Interno ha superato il precedente provvedimento con cui impediva la regolarizzazione ai cittadini stranieri irregolari che avevano aderito alla campagna lanciata dal governo ma che, nelle more della procedura di emersione, avevano perso il lavoro per scadenza di un contratto a tempo determinato. La nuova circolare consente in questi casi «il subentro nella procedura di un nuovo datore di lavoro» che andrà a completare la pratica di emersione. Il Viminale inoltre prevede la possibilità del subentro di un nuovo datore di lavoro anche per quei casi in cui la cessazione del rapporto di lavoro sia avvenute «per cause non di forza maggiore». Infine, qualora non vi sia un nuovo datore di lavoro disponibile ad assumere il cittadino straniero che ha avviato l’iter di regolarizzazione, il ministero dell’Interno prevede che sia rilasciato di un permesso di soggiorno per attesa occupazione. Una disposizione che si è resa necessaria «anche a causa delle gravi conseguenze che il perdurare dell’emergenza pandemica ha provocato nel mercato del lavoro».

Sono state quindi accolte le richieste presentate al governo, al Viminale e agli altri ministeri competenti nelle scorse settimane dai sindacati e diverse associazioni impegnate nella tutela dei migranti, tra cui l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), Amnesty International, Medu, Centro Astalli, Fondazione Migrantes, Sant’Egidio, Cnca e la campagna ‘Ero Straniero’.

Quest’ultima, lo scorso marzo, aveva denunciato con un dettagliato rapporto la lentezza con cui sta procedendo l’esame delle oltre 207mila domande presentate da altrettanti cittadini stranieri impiegati nei campi, nel lavoro domestico e di cura. L’analisi delle domande di emersione procede lentamente in tutta Italia a causa soprattutto delle disposizioni adottate da Prefetture e Questure per ridurre il contagio da Covid-19: l’esigenza di ridurre al minimo le presenze all’interno degli uffici obbliga a ridurre considerevolmente gli appuntamenti che è possibile fissare in una sola giornata. L’altro fattore che incide notevolmente su questi ritardi è la carenza di personale. A questo ultimo aspetto, tuttavia, dovrebbe dare un contributo positivo l’assunzione (ormai quasi ultimata) degli 800 interinali assunti appositamente per lo svolgimento delle procedure di regolarizzazione. Intervenendo nel dibattito con un’intervista ad Avvenire,

il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, aveva parlato di «adempimenti complessi» e di «ritardo indiscutibile. Siamo al 12% dei provvedimenti esaminati: circa 23mila definiti positivamente, 2.700 rigetti e 800 rinunce».

Non è l’unico aspetto, quello delle regolarizzazioni, che coinvolge i cittadini stranieri presenti nel nostro Paese. Due giorni fa, in visita nella Marsica, il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha sottolineato che le misure previste nel Decreto sostegni bis dovrebbero essere approvate la prossima settimana. «Il testo è pronto e ci sarà il bonus per i braccianti». Gli imprenditori agricoli dell’area del Fucino, in provincia dell’Aquila, da quasi un decennio fanno ricorso a decine di braccianti stranieri specializzati. Gli ultimi arrivi dal Marocco, sempre con voli charter, risalgono alla scorsa settimana. A 10 mesi dalla sanatoria, però, i lavoratori stranieri sono ancora in attesa della regolarizzazione. «La gestione delle molte domande è stata piuttosto complessa – ha dichiarato il ministro sulla regolarizzazione di questi lavoratori –. Bisogna superare un po’ la politica dell’emergenza. Noi stiamo lavorando nel ministero proprio per avere un quadro ordinato delle necessità dei lavoratori in agricoltura, in modo da poter programmare per dare una risposta alle aziende». (Ilaria Sesana – Avvenire)

 

 

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