26 Aprile 2021 – Roma – Aziz è partito senza sapere nulla dell’Europa. Ha deciso di lasciare i suoi affetti e la sua terra, il Senegal, sedotto dai racconti di chi ce l’ha fatta, dalla prospettiva di una vita migliore.
Una volta arrivato, trova però diffidenza, odio, sfruttamento ed emarginazione. Le storie che aveva sentito sul vecchio mondo erano false, per far star tranquille le famiglie di provenienza. Anche lui è costretto a fare così, alimentando il circolo vizioso che dura da decenni e che porta tanti ragazzi a guardare all’Europa come ad una fonte di salvezza incondizionata e illimitata. In Senegal non si parla abbastanza d’immigrazione e non si capisce quanto sia difficile il viaggio e la vita di un giovane migrante.
Aziz arriva a Roma e ha l’opportunità di raccontare la sua storia agli studenti nelle classi e la coglie perché sa che una parola può fare la differenza. Conosce così Sophia, tramite il progetto educativo nelle scuole “Confini” sul tema dell’immigrazione. Nonostante il suo impegno nelle classi, Aziz arriva a fine mese come può ed anzi si confida “io non voglio più fare lavori che non dormo bene la notte”.
La prima esigenza di un migrante è il lavoro regolare e stabile, ma non è l’unica: la storia di Aziz da voce al bisogno di ascolto e di riconoscimento che un giovane prova in terra straniera dopo un viaggio pericoloso di cui inevitabilmente porta i segni. Accoglie di buon grado la proposta dell’impresa sociale di Roma Sophia di partecipare al progetto “Creare Valore”, attraverso l’Integrazione, che ha l’obiettivo di qualificare le capacità lavorative dei giovani migranti e di favorire il processo di integrazione e di crescita integrale della persona.
Da Novembre 2019 a Marzo 2021, durante tutta la durata del progetto, un tutor di Sophia ha ascoltato e accompagnato Aziz nel suo percorso facendo emergere nel dialogo tutte le difficoltà del suo cammino, ed affrontandole una ad una permettendo al giovane di dare una svolta al suo percorso di integrazione. Seguendo corsi di formazione professionale e di lingua, è riuscito, come tutti gli altri beneficiari del progetto, ad ottenere la qualifica di operatore in campo edile del Cefme e l’attestato A2 di italiano, facilitando sensibilmente il suo ingresso nel mondo del lavoro.
Ciò che ha fatto la differenza è stato il clima di amicizia che si è creato durante il “Cantiere Scuola” ossia le formazioni pratiche che i giovani hanno seguito con i formatori di Sophia per mettere in pratica i mestieri artigianali. Sophia infatti ha deciso di voler fare un passo in più: il sostegno della campagna della CEI è stato fondamentale per creare un team di lavoro stabile di giovani italiani e migranti che permettesse ai giovani di lavorare in un ambiente “protetto”, dove il datore di lavoro conosce tutto il percorso di integrazione di ogni giovane.
“Più che ricevere, un giovane migrante ha bisogno di dare” è il commento di Marco Ruopoli, presidente di Sophia, che esprime al meglio la qualità del valore che l’integrazione può offrire. (A.C.)