Gesù, guariscimi!

1 Febbraio 2021 – Nel Vangelo di questa domenica, Marco ci fa conoscere il primo “gesto di potenza” attuato da Gesù, subito dopo la chiamata dei primi discepoli. Manifesta in questo modo cosa significa che il Regno di Dio è iniziato con la sua parola e la sua opera. Il passo del Deuteronomio, la prima lettura, parla della volontà di Dio di “suscitare” un profeta, al quale “gli porrò in bocca le mie parole”. L’ascolto del profeta diviene dunque l’ascolto di Dio. Siamo a Cafarnao, località sulle rive del lago di Galilea, luogo di frontiera del territorio di Erode Antipa, governatore della Galilea per conto dei romani. È sabato e Gesù, appena giunto nella città, là dove viveva Pietro, non va a cercare un luogo dove riposare, ma entra nella Sinagoga, e si mette a insegnare. “Insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi”, leggiamo in Marco. Chi lo ascolta è attirato dal suo parlare, provoca meraviglia e stupore negli abitanti; inoltre “si rivela potente anche nelle opere”, afferma papa Francesco all’Angelus, recitato nella biblioteca del Palazzo apostolico, presenti un piccolo gruppo di ragazzi dell’Azione cattolica a conclusione del mese della pace. Il Vangelo di Marco richiama l’espressione del Deuteronomio, e ci propone l’autorità con cui parla e opera l’inviato di Dio. Ecco i due elementi caratteristici dell’azione di Gesù, dice il Papa: “la predicazione e l’opera taumaturgica di guarigione”. Marco evidenzia di più la parola; l’esorcismo “viene presentato a conferma della sua singolare autorità e del suo insegnamento. Gesù predica con autorità propria e non come gli scribi “che ripetevano tradizioni precedenti e leggi tramandate. Ripetevano parole, parole, parole, soltanto parole – come cantava la grande Mina – erano così: soltanto parole”. E curioso il fatto che Marco, pur evidenziando la forza della parola di Gesù, non ci porta a conoscenza un suo discorso, ma un suo atto, l’episodio di un esorcismo. Un uomo, ascoltate le parole del Signore, reagisce dicendo: che c’entri con noi Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? La parola di Gesù “è autorevole”, ci dice Francesco, e questo “tocca il cuore. L’insegnamento di Gesù ha la stessa autorità di Dio che parla; infatti, con un solo comando libera facilmente l’ossesso dal maligno e lo guarisce. Perché la sua parola opera quello che dice. Perché egli è il profeta definitivo”. Nella Sinagoga di Cafarnao non era l’uomo a parlare, ma il maligno. “La predicazione di Cristo è rivolta a sconfiggere il male presente nell’uomo e nel mondo, e punta direttamente contro il regno di Satana, lo mette in crisi e lo fa indietreggiare, lo obbliga ad uscire dal mondo”. Quell’uomo posseduto, dice Francesco, “raggiunto dal comando del Signore, viene liberato e trasformato in una nuova persona”. La predicazione di Gesù “appartiene a una logica opposta a quella del mondo e del maligno: le sue parole si rivelano come lo sconvolgimento di un ordine sbagliato di cose”. Totale estraneità tra Gesù e Satana: “sono su piani completamente diversi”, tra loro “nulla in comune; sono l’uno l’opposto all’altro”. E Francesco invita a ascoltare le autorevoli parole di Gesù: “tutti abbiamo dei problemi, tutti abbiamo peccati, tutti abbiamo delle malattie spirituali”. Chiediamo a Gesù: “guariscimi!”. Nel dopo Angelus, l’ascolto del messaggio di pace dei ragazzi dell’Acr e l’annuncio di una giornata mondiale dedicata ai nonni e agli anziani, la quarta domenica di luglio, in prossimità della ricorrenza dei santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù. “Lo Spirito Santo suscita ancora oggi negli anziani pensieri e parole di saggezza: la loro voce è preziosa perché canta le lodi di Dio e custodisce le radici dei popoli”. La vecchiaia è “un dono” e “i nonni sono l’anello di congiunzione tra le generazioni, per trasmettere ai giovani esperienza di vita e di fede”. Ma tante volte “sono dimenticati”. Importante che nonni e nipoti si incontrino: “è una ricchezza”. Cita Gioele, il Papa, per dire, “i nonni davanti ai nipoti sogneranno, avranno illusioni, grandi desideri, e i giovani, prendendo forza dai nonni, andranno avanti, profetizzeranno”. Dice questo alla vigilia della festa della presentazione di Gesù al tempio, 2 febbraio: “è la festa dell’incontro tra nonni e nipoti”. (Fabio Zavattaro – Sir)

 

 

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