10 Dicembre 2020 – Milano – Domani, venerdì 11 dicembre, dalle 17.30, l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, si recherà in via Padova. Nel rispetto dei protocolli e delle norme di distanziamento sociale, imposte dalla pandemia, il gesto tipico delle festività natalizie – la benedizione delle famiglie – avverrà in una forma insolita: non nei singoli appartamenti, ma nella locale parrocchia e dai cortili di alcuni palazzi popolari. Inoltre la visita dell’arcivescovo sarà anche l’occasione per incontrare le diverse comunità etniche che popolano il quartiere.
La visita inizierà alle ore 17.30 dalla chiesa di San Giovanni Crisostomo, che proprio nei prossimi giorni celebra i 45 anni di consacrazione. In parrocchia mons. Delpini incontrerà per un momento di preghiera le famiglie, i gruppi di catechismo, i giovani i membri del Consiglio parrocchiale e degli affari economici.
Dopo la preghiera si sposterà nel parcheggio antistante la chiesa per benedire i tassisti e i negozianti di alcuni esercizi commerciali: tra loro anche un fiorista bengalese e i titolari di un ristorante cinese.
Quindi, mons. Delpini entrerà al civico 109 e dal cortile, con un altoparlante, impartirà la benedizione alle famiglie affacciate alle finestre.
Poi, nei pressi di una macelleria islamica, al civico 115 l’arcivescovo consegnerà la Lettera di Natale per le famiglie islamiche al responsabile della Casa di cultura musulmana di via Padova, Mahmoud Asfa.
Infine raggiungerà i caseggiati compresi tra via Tarabella 4, Cesana 3 e Palmanova 59, dove benedirà sempre dal cortile le famiglie e concluderà la visita rendendo omaggio al presepe allestito presso la propria sede dal comitato di inquilini “Cortili solidali”, il cui presidente, Gianni Para, è Ambrogino d’Oro per meriti sociali.
In occasione della visita, gli inquilini dei palazzi raccoglieranno generi alimentari che consegneranno alla Caritas affinché siano distribuiti alle famiglie più povere.
«La benedizione dai cortili è un modo che abbiamo trovato per non far venire meno la nostra vicinanza alle famiglie in un tempo così drammatico – osserva il parroco, don Felice Capellini -. Viene un po’ meno l’intimità dell’incontro nelle case, che sarebbe rischioso per il contagio. Ma rimane un gesto di attenzione e d’incoraggiamento tanto più necessario ora in cui tante persone soffrono per lutti, perdita del lavoro, incertezza del futuro. La visita dell’Arcivescovo ci incoraggia a proseguire in questa direzione».