3 Dicembre 2020 – Abbiamo bisogno di buone notizie che aprano il cuore alla speranza, in un mondo che sembra capace solo di offrire notizie preoccupanti.
In questa domenica sentiremo proclamare nella prima lettura: “sali su un alto monte, alza la voce tu che rechi buone notizie alla gente”; gli farà eco il Vangelo: “inizio della buona notizia di Gesù, Figlio di Dio”. La buona notizia è nella Parola di Dio, il Vangelo stesso è ‘buona notizia’, anche letteralmente.
Eppure sembrano annunci che non ci entusiasmano, a volte ci sembrano troppo evanescenti, non scuotono la vita e non riescono a cambiarla. Viene da chiedersi: dov’è la potenza del Signore? dove l’efficacia della sua Parola?
Ecco, dinanzi a questo possibile turbamento, c’è da riflettere su quali sono le notizie che attendiamo e quale concretezza cerchiamo. La sicurezza nella vita sociale, il benessere assicurato, la difesa dei propri diritti acquisiti, il successo negli affari, un avanzamento di categoria, l’andamento della borsa?
Ma anche, su quali sono le speranze che ci abitano. L’illusione di fortunati arricchimenti o, in forma più nobile, un limite alla litigiosità e alla degenerazione della politica, la fine della corruzione nell’epoca del denaro facile, regole più umane, la fine del razzismo, dell’intolleranza, della violenza, della criminalità?
Molte speranze, anche legittime, non sono ‘compito’ diretto di Dio ma dell’uomo, allo stesso modo le attese a misura d’uomo non porteranno mai ad effetto la ‘buona notizia’ di «Gesù, Cristo, Figlio di Dio».
Questa domenica si inaugura la lettura del Vangelo di Marco, che ci accompagnerà in tutto l’anno liturgico. Esso ci porrà continuamente l’unica domanda davvero essenziale: Chi è per te Gesù Cristo? Credi davvero che sia il Figlio di Dio? La questione della fede è essenziale, ineludibile, primaria rispetto a tutto il resto. Solo se si riconosce che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, le sue parole, i suoi gesti, la sua vita diventano Vangelo, ‘buona notizia’ che cambia la vita.
Se accoglieremo Colui che viene qual è veramente, e cioè Figlio di Dio, comprenderemo che, prima di “mettere a posto le cose”, il nostro è un Dio che viene ad offrirsi all’abbraccio dell’uomo. Quando i fatti si incontrano con quella Parola fatta carne e di quella Parola fanno esperienza, solo allora nasce la novità di Dio nella storia. Solo allora è possibile uscire da una vita dominata da ciò che ci affligge. Solo quella ‘buona notizia’ ci può salvare dal pessimismo e dal disimpegno, e liberarci dalle nostre paure paralizzanti.
È Lui la vera ‘buona notizia’. E viene per tutti. (p. Gaetano Saracino)