Card. Zuppi al Festival della Migrazione: “risolveremo i problemi interni guardando quello di cui il mondo ha bisogno”

27 Novembre 2020 – Modena – “Fratelli Tutti”. L’enciclica di Papa Francesco è stata commentata ieri sera dal Cardinale, Arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi, all’interno del Festival della Migrazione di Modena giunto alla quinta  edizione.  Presentato e introdotto da don Mattia Ferrari il Cardinale è entrato subito nel tema con grande energia: “Sulla migrazione dobbiamo uscire dall’idea che siamo sempre in emergenza. Ci dovremmo vergognare a dire che è un’emergenza! Non ci sono soluzioni magiche ma occorre fare tesoro della storia: quante occasioni perdute, quanti discorsi a vuoto, quanti opportunismi tattici, quanta poca visione per il futuro”

Per il porporato dobbiamo uscire dalla cronaca e guardare i fenomeni nella loro complessità. Dobbiamo accogliere – puntualizza il Cardinale – ma anche “fare di questo atteggiamento una visione che spiega ed entra nel merito, che è seria e che fa cultura”. Commentando l’enciclica il card. Zuppi ha aggiunto: “La pandemia è un motivo in più per incoraggiare alla fraternità universale. Di pandemie in realtà ce ne sono tante: guerre, ambiente malato, fame, malattie, ingiustizie… e la fratellanza è decisiva. Se roviniamo l’unica casa comune come facciamo a vivere insieme? Dobbiamo scoprire che l’altro è mio fratello e non qualcuno che appena posso lo ributto a mare o lo lascio indietro. Non si può vivere in questa casa comune senza la fraternità. Il Papa scrive questa enciclica perché è cristiano, a partire dalle sue convinzioni, per aprire al dialogo con tutte le persone di buona volontà. Non è un annullamento, non è scolorirsi, ma è a partire dalle proprie convinzioni, dalla propria fede”.

Il Cardinale  ha quindi proseguito raccontando la sua storia personale e l’incontro col Vangelo e ha chiuso con un pensiero dedicato alla politica e uno alla comunità cristiana: “Il Papa parla dell’amore politico e ci dice quale è il fine e quale è la grandezza della politica. Non si tratta di utopia, ma del desiderio di una politica alta, senza la quale è difficile gestire il bene comune e trovare soluzioni per tutti. Sulla comunità cristiana vi dico: cominciamo da noi a vivere la fratellanza. Risolveremo i problemi interni guardando quello di cui il mondo ha bisogno. Solo così potremo superare le divisioni anche dentro le nostre comunità”.

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