La forza della collaborazione: un’alleanza per salvare un circo

25 Novembre 2020 – Roma – La seconda ondata del contagio da Covid-19, che stiamo vivendo in queste settimane, ha nuovamente creato grandi difficoltà ai circhi italiani (e non solo) già duramente provati dal primo lockdown.

Gli chapiteaux che finalmente dovevano tornare a donare gioia ai grandi e soprattutto ai bambini sono rimasti ancora una volta vuoti e diverse famiglie che stavano piantando il loro circo in tanti centri della Penisola si sono trovate nuovamente bloccate, senza prospettive e spesso senza nemmeno che le norme vigenti permettessero esplicitamente loro di restare nel luogo dove si trovano.

Un caso che può illustrare bene questo genere di situazione, e che si è felicemente risolto grazie alla collaborazione fra la Parrocchia locale, la Fondazione Migrantes (settore Fieranti e Circensi)) e l’amministrazione comunale cittadina, è quello del circo Harryson della famiglia Giannuzzi, che lavora sotto i tendoni da oltre un secolo. La loro storia è oggi portata avanti dai tre fratelli Giannuzzi, dei quali il maggiore, Gianni, oltre ad esibirsi in pista come clown Scarabocchio, è anche poeta e pittore.

Il circo Harryson è stato fermato dal lockdown “leggero” che stiamo vivendo in Veneto, e precisamente a San Martino di Lupari, una cittadina in provincia di Padova e diocesi di Treviso. Persa nuovamente ogni possibilità di esibirsi, i Giannuzzi hanno cercato di ottenere la possibilità di fermarsi in paese fino a tempi migliori, e sono ricorsi all’arciprete monsignor Livio Buso, il quale ha subito interessato la Migrantes regionale e quindi, assieme ai rappresentanti di quest’ultima, il sindaco Corrado Bortot, che ha subita assicurato la più ampia collaborazione e disponibilità.

Si sono quindi trovate le modalità per permettere ai Giannuzzi di restare nel luogo ove si trovano, e per cercare di assicurare loro un’esistenza dignitosa fino alla fine di questo momento critico. Ora gli adulti del Circo stanno lavorando alla progettazione di nuovi numeri per la prossima tournee, mentre i ragazzi della nuova generazione continuano ad esibirsi in maniera informale in strada, senza ovviamente creare assembramento di pubblico. Anche questo serve a mantenere la speranza. (M.D.T.)

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