Il ruolo della scuola nell’accoglienza: una esperienza a Torino

5 Novembre 2020 – Torino – Da quando abbiamo iniziato ad accogliere nella casa parrocchiale della comunità Gesù Buon Pastore in Torino giovani migranti che ci sono stati inviati dall’Ufficio pastorale Migranti (Migrantes) della diocesi, abbiamo sempre pensato al nostro impegno come accoglienza, ma anche come accompagnamento. Il nostro gruppo, formato da volontari delle tre parrocchie che partecipano al progetto, San Benedetto, Santa Rosa e Gesù Buon Pastore, si è sempre posto come obiettivo l’accompagnamento a fianco dell’accoglienza; in pratica la scelta è stata quella di affiancare questi ragazzi in un tratto del loro cammino e di non limitarsi ad ospitare. Tra alti e bassi, con le ovvie difficoltà che sono via via emerse e che abbiamo superato di volta in volta, il progetto ha dato alcuni frutti importanti: i ragazzi ospitati, poco alla volta, nel rispetto dei loro tempi e delle loro esigenze, sono diventati autonomi e hanno preso nuove strade, lasciando il posto nella casa ad altri amici. Un ruolo importante l’ha giocato in questo percorso la scuola; ben quattro dei sei giovani migranti ospitati hanno conseguito successi scolastici importanti: uno ha potuto completare gli studi e conseguire la Laurea Triennale in Ingegneria; un altro si è diplomato al corso di enogastronomia serale presso l’Istituto Professionale Beccari; altri due hanno conseguito la licenza media dopo aver frequentato i corsi del Cpia. Per quanto riguarda la formazione di base (licenza media) e la scuola media superiore, i volontari si sono fatti carico di seguire il cammino scolastico dei ragazzi e di aiutarli nello studio e nella preparazione delle verifiche e delle interrogazioni. Crediamo che investire sulla scuola sia importante nella nostra società, in quanto il possedere un titolo di studio aiuta nella ricerca del lavoro ed è indispensabile per un eventuale proseguimento degli studi; inoltre è fondamentale aiutare questi giovani nell’apprendimento della lingua italiana e nel raggiungimento delle competenze e delle abilità di base. “I care”, il messaggio che incontrano quanti salgono alla scuola di Barbiana fondata da don Milani, riassume l’importanza di aiutare questi giovani a raggiungere il successo formativo, in vista di un futuro migliore; in quest’ottica è importante “prendersi cura” per provare a non lasciare che il divario sociale di partenza resti un divario per tutta la vita, ma possa essere abbattuto o almeno ridotto in prospettiva futura. (Daniela Favale) ​

 

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