Custodire, con cura

29 Ottobre 2020 – 

Roma – Queste giornate di sofferenza, che in alcune città stanno sfociando in violenza, richiedono un “di più” di impegno e di attenzione nell’uso delle parole. Quel “di più” ha a che fare con la cura e la custodia che le parole dovrebbero trasmettere. La cura è un atto profondamente esistenziale, una categoria antropologica che dà significato e sostanza a ogni istante della quotidianità. Non esistono specializzazioni, ma linguaggi purificati dagli aggettivi inutili che il più delle volte tradiscono i sostantivi. In questo senso l’arte del custodire diventa orizzonte per accogliere in pieno l’essenza dell’altro. La comunicazione diventa, allora, custodia della dignità delle persone. Una lezione da riscoprire in questo momento della nostra storia.

Vincenzo Corrado

Temi: