Rom: il piano decennale Ue per sostenere le popolazioni rom all’interno dei Paesi

9 Ottobre 2020 – Bruxelles   – Uguaglianza, inclusione, partecipazione, istruzione, occupazione, sanità e alloggi: sono i sette settori-chiave che la Commissione europea indica nel piano decennale al fine di sostenere le popolazioni rom all’interno dei Paesi Ue. Per ognuno di questi settori la Commissione ha elaborato “nuovi obiettivi e raccomandazioni che indicano agli Stati membri come realizzare gli interventi e che costituiranno anche strumenti importanti per monitorare i progressi compiuti e garantire che l’Ue compia maggiori progressi nel fornire il sostegno essenziale di cui molti rom che vivono nell’Unione hanno ancora bisogno”. Vera Jourová, vicepresidente della Commissione, spiega: “In poche parole, negli ultimi dieci anni non abbiamo fatto abbastanza per sostenere la popolazione rom nell’Ue. È imperdonabile. Molti di loro continuano a essere vittime di discriminazioni e razzismo ed è qualcosa che non possiamo accettare. Oggi promuoviamo nuovi interventi per correggere questa situazione, con obiettivi chiari e un rinnovato impegno per ottenere un reale cambiamento nel prossimo decennio”. Nel documento presentato dall’esecutivo di Bruxelles emerge che “l’emarginazione persiste e molti rom continuano a dover far fronte nelle loro vite quotidiane a discriminazioni ingiustificate, antiziganismo ed esclusione socioeconomica”.

L’obiettivo che il piano decennale Ue per i rom persegue è la “parità effettiva e sostanziale”. La Commissione esplicita però alcuni “obiettivi minimali” entro il 2030. Tali obiettivi sono così espressi: ridurre di almeno la metà la percentuale di rom vittime di discriminazione; raddoppiare la percentuale di rom che denunciano le discriminazioni subite; ridurre di almeno la metà il divario di povertà tra i rom e la popolazione in generale; ridurre di almeno la metà il divario per quanto riguarda la partecipazione all’istruzione della prima infanzia. Altri obiettivi di medio periodo sono: ridurre di almeno la metà il divario in termini di occupazione e il divario di genere nei livelli di occupazione; ridurre di almeno la metà il divario per quanto riguarda l’aspettativa di vita; ridurre di almeno un terzo il divario in termini di disagio abitativo; garantire che almeno il 95% dei rom abbia accesso all’acqua di rubinetto. Per conseguire tali obiettivi, molto concreti e oggettivamente urgenti, “è fondamentale – secondo la Commissione – che gli Stati membri mettano in atto politiche adeguate”. La Commissione ha stilato anche un elenco di misure che gli Stati devono adottare per accelerare i progressi verso l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei rom. Gli orientamenti e le misure spaziano dallo sviluppo di sistemi di sostegno per i rom vittime di discriminazione a campagne di sensibilizzazione nelle scuole, al sostegno dell’alfabetizzazione finanziaria, alla promozione dell’occupazione nelle istituzioni pubbliche e al miglioramento dell’accesso a controlli medici.

“Affinché l’Unione europea diventi un’autentica Unione dell’uguaglianza dobbiamo garantire che milioni di rom siano trattati equamente, siano socialmente inclusi e possano partecipare alla vita sociale e politica senza eccezioni”, ha detto Helena Dalli, commissaria Ue per l’uguaglianza: “Con gli obiettivi fissati  nel quadro strategico, ci aspettiamo di compiere progressi concreti entro il 2030 verso un’Europa in cui i rom siano riconosciuti come parte della diversità della nostra Unione, partecipino alle nostre società e abbiano tutte le opportunità per contribuire pienamente alla vita politica, sociale ed economica dell’Ue e trarne pieno beneficio”. La Commissione invita gli Stati membri a presentare strategie nazionali d’inclusione entro il settembre 2021 e a riferire sulla loro attuazione ogni due anni. La Commissione monitorerà inoltre i progressi verso il conseguimento degli obiettivi per il 2030 sulla base dei contributi delle indagini condotte dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali e dei contributi della società civile.

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