Centro Astalli: “non c’è solidarietà nell’impedire il diritto a migrare”

24 Settembre 2020 –

Roma – Il Centro Astalli esprime preoccupazione rispetto alle misure contenute nel Migration pact presentato ieri dalla Commissione europea: “Ci si aspettava un nuovo corso su politiche di accesso alla protezione e accoglienza per i migranti forzati”, afferma, “ma il testo presentato purtroppo in gran parte disattende le dichiarazioni che lo hanno preceduto”. L’esigenza primaria, osserva, “rimane per l’Unione europea di chiudere le frontiere, limitare e gli ingressi e favorire i rimpatri”.

Il Centro Astalli osserva che “la ricollocazione obbligatoria dei migranti per il superamento del trattato di Dublino, che da tempo le organizzazioni umanitari e gli enti di tutela chiedono, non è stata inserita tra le misure”. In particolare preoccupa che la procedura rapida alla frontiera “vada a detrimento delle persone vulnerabili: sappiamo infatti che l’emersione della vulnerabilità durante la procedura di asilo può richiedere tempi e modi tali da configgere con una valutazione rapida in frontiera”. Il testo, inoltre, “non stabilisce l’istituzione di canali umanitari che invece è misura urgente per evitare il traffico e la morte di esseri umani”.

“Ci sembra che la parola solidarietà, molte volte usata riferendosi al Migration Pact – sottolinea –, sia stata svuotata di significato: non c’è solidarietà nell’impedire l’esercizio del diritto a migrare a chi rischia la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa”.

Il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali “uno sforzo nella direzione di una maggiore corresponsabilità nella gestione dei flussi migratori ispirata al rispetto dei diritti umani e della dignità dei migranti. Per questo ci sembrano necessari significati correttivi al testo proposto”. (Sir)

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