Vangelo Migrante: XIX domenica del Tempo Ordinario (Vangelo Mt 14, 22-33)

6 Agosto 2020 – Dio viene incontro all’uomo specialmente nei momenti di necessità, quando questi lo invoca con fede: “Signore salvami!”

Egli non è tra l’estensione delle nostre paure e speranze (“è un fantasma!”) o nei fenomeni naturali grandiosi e violenti: vento, terremoto, fuoco; ma nel “sussurro di un vento leggero” (prima lettura), a significare l’intimità della Sua manifestazione all’uomo.

Nel Vangelo odierno, nonostante la burrasca, dinanzi al desiderio di Pietro, si conferma accessibile e presente; e dice: “vieni!”.

La comunità cristiana, ieri come oggi, vive un’esistenza travagliata dalle ostilità delle forze avverse, che si manifestano nelle persecuzioni e nelle difficoltà esterne ed interne. A queste si aggiunge la mai domata tentazione di farcela con le sue sole forze.

Nel mare dell’esistenza, l’esperienza del pellegrinaggio e dell’Esodo è continua. Sono tanti i motivi che costringono a salpare, a lasciare le tranquille sicurezze della terraferma per andare al largo. È qui che la nostra fede, come quella di Pietro, è messa a dura prova ma la mano di Gesù che salva dal baratro non cessa mai di stendersi. Gesù offre la vittoria sulle forze del male e la sicurezza nelle prove ma richiede come condizione essenziale una fiducia senza tentennamenti: “uomo di poca fede, perché hai dubitato?”

Quale fede? Quella che prima delle proprie paure ascolta il “sono Io”; quella che non ripone speranze nella sorte o nelle illusioni ma nel “vieni”. E vive di questo, cammina anche su acque inquiete!

Se è proprio della fede ‘emigrare’; siamone certi: è proprio di Dio venirci a cercare! La sua barca resta la sua barca, sia che Lui non vi sia sopra, sia che si trovi su di essa e dorma appoggiato a un cuscino (cfr. Mc 4,37; Mt 8,24).

La salva sempre, Lui!

p. Gaetano Saracino

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