Mons. Pelvi: “si diventa forti coi più deboli e con le persone più fragili, più indifese”

5 Agosto 2020 – Foggia – “Mamma mi hanno sparato”. Sono state queste le parole di Victor Gbadamasi al telefono di Giusy Di Girolamo, direttrice della Migrantes della diocesi di Foggia-Bovino. “Sono subito corsa lì e l’ho portato in ospedale. Ho avvertito la Questura e sono venuti a interrogarlo”, racconta al quotidiano “Avvenire che oggi riporta la notizia dell’aggressione contro un giovane nigeriano ospite della Caritas diocesana. Victir, 22 anni, stava andando al lavoro in bicicletta. È stato affiancato da due persone a bordo di uno scooter che, senza dire una parola, gli hanno sparato con una pistola a pallini colpendolo a un braccio e alle gambe. Lavora come domestico e ieri mattina stava proprio andando dalla signora che lo ha assunto una settimana fa.

“Si diventa forti coi più deboli e con le persone più fragili, più indifese. È la sottocultura della prepotenza e della violenza. Che poi anche dopo fatti così gravi fa dire ‘che ho fatto di male?’”, commenta l’arcivescovo di Foggia-Bovino, mons. Vincenzo Pelvi: “sono molto preoccupato, è un continuo. Prima le pietre e ora i pallini di piombo sparati alla cieca. Pensi se lo colpivano in un occhio! È un episodio che non lascia sereni, che scuote. Richiamo la responsabilità degli adulti, in particolare dei genitori, che va risvegliata, e che, invece, è quasi agonizzante”. Il presule evidenzia anche segnali di “scarsa accoglienza, un rigetto dell’integrazione che noi invece cerchiamo di promuovere come dono che non ha prezzo”.

 

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