Vangelo Migrante: XVIII domenica del Tempo Ordinario (Vangelo Mt 14, 13-21)

30 Luglio 2020 –

Con il racconto della moltiplicazione dei pani, il Vangelo di Matteo apre una sezione in cui Gesù appare come il nuovo Mosè. In questa domenica offre un cibo superiore alla manna del deserto.

Tanta gente lo cerca per avere benefici materiali; molti di più, probabilmente senza neanche saper dire il motivo, spinti da un’inquietudine spirituale. Oggi, come allora. Gesù prova sentimenti di compassione per tutti. Allora come oggi.

Ad un tratto, la relazione viene spezzata per un bisogno primario: vanno molto bene le Sue parole ma è necessario che vadano a comperarsi da mangiare, dicono i discepoli. Una subdola ma efficace immagine che disegna come vive realmente in fondo al cuore il rapporto tra Dio e l’uomo: Dio c’è e possiamo anche seguirlo ma, alla fine, alcune cose te le devi andare a comperare ‘da solo’. È addirittura necessario!

Gesù non è dello stesso parere. Contesta quello che dicono i discepoli e introduce qualcosa che è più importante e viene prima dello stato di necessità. E fa la Sua proposta: “voi stessi date loro da mangiare!” Punta ad una relazione, ad un fare qualcosa ‘insieme’. È questo, in fondo, il senso vero della venuta di Dio in terra.

Gli apostoli ribattono: “qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!”. Misurano loro se stessi (il ‘voi stessi’ di Gesù) a partire da una quantità; quel che hanno delimita quel che sono: ‘abbiamo poco e, quindi siamo poco’. La necessità di cui sopra, pertanto, è indotta da questa misura.

La proposta del Maestro è di rottura della ‘logica’ umana: noi non siamo solo quel che abbiamo in tasca, noi siamo innanzitutto una relazione con Dio. E quando si è dinanzi a Dio la soluzione passa da Lui: “porta-te-me-li qui”, dice Gesù. Questa è la vera necessità: ‘dai a me quello che hai per poter rispondere a chi ti chiede’.

Prima delle nostre logiche che ingabbiano le possibilità di soluzione, esiste un portare a Cristo le realtà; a quel punto Dio lavora con quel che c’è. È così che va avanti la Chiesa: il materiale non lo mette Gesù ma i discepoli, e Dio lavora con quel materiale.

Questo vuol dire “non di solo pane vive l’uomo”; questo significa “ascoltatemi e mangerete cose buone!” (prima lettura). Esiste un ascolto che è collegato al mangiare, una strana ma necessaria relazione. Le nostre crisi, anche economiche, avvengono quando l’uomo non si pone in ascolto della Verità: la necessaria relazione con Dio. Ascoltando la verità, si mangia meglio. Posti in rapporto con Dio anche il rapporto con le risorse diventa migliore.

Quel rapporto mette saggezza, mette efficacia.

p. Gaetano Saracino

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