Migranti: 84 mila in accoglienza in Italia

1 Luglio 2020 – Roma – Al 16 giugno risultano attive 10 strutture di prima accoglienza e 4963 Cas (strutture di accoglienza straordinaria) con una complessiva presenza di 62.613 mila persone. A questi si aggiungono i 22.299 rifugiati e minori non accompagnati accolti nel sistema Siproimi. In totale, dunque, sono oltre 84mila le persone accolte attualmente in Italia. Sono i dati resi noti dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, in audizione in Comitato Schengen. Una situazione che registra una “diminuzione rispetto al medesimo periodo del 2019 con -33% di strutture e -26% di presenze” spiega la ministra, chiamata a rispondere sulla gestione dell’emergenza coronavirus all’interno del sistema di accoglienza in Italia.

“Durante tutto periodo emergenziale i prefetti sono stati sensibilizzati sia per i nuovi arrivi che per chi era già accolto – spiega Lamorgese -. Sono state adottate apposite disposizioni, emesse circolari e un’ordinanza della protezione civile per la quarantena sulle navi. Per tutti i migranti accolti già da febbraio abbiamo adottato la misura della quarantena di 14 giorni per tutti coloro che arrivavano, misura assicurata non solo per gli arrivi via mare ma anche per quelli terrestri dai Balcani. Solo al termine del periodo di isolamento, laddove non risultavano casi di positività, sono stati trasferiti nelle strutture. Abbiamo chiesto di garantire anche le giuste informazioni ai migranti, facendo riferimento ai materiali informativi di Oim e Unhcr. E’ stata garantita l’igiene personale in ambienti congrui. Abbiamo, inoltre disposto il divieto di spostamenti e assembramenti anche durante pasti”.

In tutto, spiega la ministra dal 31 gennaio si sono registrati 166 eventi di sbarco, di cui 140 autonomi per un numero di migranti giunti fino a giugno pari a 5.456. Lamorgese ha ribadito la “specificità delle frontiere marittime” per l’Italia.  “In questi anni abbiamo maturato esperienza nel fenomeno migratorio senza ricevere l’auspicato sostegno da tutti gli stati, ora bisogna lavorare per un meccanismo europeo comune. Bisogna definire nuove regole ispirate al principio della solidarietà tra Paesi, che preveda un meccanismo di ricollocamento obbligatorio tra tutti i 27 Stati. Non c’è Europa se non c’e’ solidarietà” ha sottolineato.(Eleonora Camilli – Redattore Sociale)

 

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