Mci Annecy: “Io sono il pane vivo”

14 Giugno 2020 – Annecy – “Io sono il pane vivo”: Gesù ci meraviglia a scegliere il pane! Il pane è una realtà santa, indica tutto ciò che fa vivere; e che l’uomo viva è la prima preoccupazione di Dio. No, oggi non è la festa dei tabernacoli o degli ostensori, o la mostra celebrativa di pissidi dorate. Oggi è la festa del “Prendete e mangiate…..Prendete e bevete”. Come ci dice oggi il Vangelo, che si struttura interamente intorno a un verbo concreto: “mangiare”. Gesù sta parlando del sacramento della sua esistenza. E questo perché ci incamminiamo a vivere l’esistenza umana come l’ha vissuta Lui.

Capita a tutti di dimenticare, anche a chi è più giovane. Soprattutto ci capita di dimenticare il significato delle cose che abbiamo fatto: magari abbiamo tanti ricordi, portiamo nel cuore tante esperienze, e tuttavia fatichiamo a mettere ordine fra questi ricordi. Succede a volte che il ricordo del passato genera in noi più malinconia che incoraggiamento, ridimensionando ogni speranza per il futuro.

Accadde così al popolo d’Israele al termine del cammino nel deserto, come leggiamo nella prima lettura di oggi. Ricordavano soprattutto gli stenti e le fatiche di quegli anni dopo l’uscita dall’Egitto; ma rischiavano di dimenticare il Signore che li aveva guidati. E invece soltanto il ricordo del Signore li avrebbe potuti salvare, come diceva loro Mosè: “Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto…”. Perché era stato Lui, il Signore, a liberarli dalla condizione servile; Lui aveva fatto sgorgare per loro acqua dalla roccia; ancora Lui li aveva nutriti con la manna; ed era Lui dunque che poteva di nuovo liberarli dalle mille insidie di ogni giorno…

Anche al tempo di Gesù troviamo tanti Giudei che sono più attenti alle loro opere buone che al ricordo delle opere di Dio. Ed è appunto contro questa dimenticanza che Gesù combatte per tutta la sua vita: nella sua missione Egli non fa altro che ricordare al popolo l’amore potente del Signore, insegnando a confidare in Lui ogni giorno.

Soprattutto sulla croce Gesù compie questo ricordo delle opere di Dio: nell’ora della morte, quando tutti lo hanno abbandonato, Egli si ricorda del Padre, affidandosi con fiducia alla sua misericordia. E proprio il ricordo del Padre gli apre la strada verso la risurrezione e la Vita.

Ebbene, nella festa odierna Gesù vuole insegnarci a fare altrettanto: ci insegna, infatti, a ricordare le opere che Dio ha compiuto nella nostra vita, per guardare con speranza al futuro. E lo fa attraverso l’Eucarestia, attraverso quel pane che ogni domenica spezziamo e condividiamo.

Può sembrarci poca cosa di fronte alla complessità della nostra vita.

Eppure questo pane ci ricorda la vita e la morte di Gesù, il suo dono per la vita del mondo. E dunque questo pane, attraverso Gesù, ci ricorda le opere che Dio, il Padre dei cieli, ha compiuto e continua a compiere nella nostra vita, perché anche noi possiamo diventare dono per la vita del mondo. Possiamo allora guardare al futuro con speranza e fiducia: perché la nostra memoria ritrova i desideri e le promesse degli inizi; e noi ci accorgiamo di essere ancora in buone mani,… riprendiamo a vivere. E qui avviene il miracolo, lo stupore, il segno! Il pane mangiato diventa in noi vita, e ci unisce alla stessa vocazione di Gesù: non andarcene da questo mondo senza essere diventati pezzo di pane buono per qualcuno. (don Pasquale Avena – Mci Annecy)

 

 

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