Scalabriniani: ancora morti “di periferia”

12 Giugno 2020 –

Roma – Non è ancora nota la sua identità, è forse non lo sarà mai, ma tra le fiamme divampate questa mattina alle 6 nel ‘ghetto di Borgo Mezzanone’ (Foggia) giace ancora il corpo carbonizzato di una persona che dormiva in una baracca.
Quelli che si apprende minuto dopo minuto è che di sicuro sia una persona proveniente dall’Africa, evidenzia una nota dei padri Scalabriniani.
Borgo Mezzanone non ha cessato di ospitare, poco fuori del centro abitato, un insediamento abusivo, un pezzo di terra detto ‘ex pista’, anche durante il tempo della pandemia.  “Le 1500 persone che lo occupano sono le stesse che si è cercato di regolarizzare a ridosso della stagione dei raccolti ormai alle porte”, ricorda padre Mauro Lazzarato, superiore dei missionari Scalabriniani di Europa e Africa: “non c’era bisogno dell’ennesima tragedia per denunciare che il riconoscimento giuridico e l’impiego nel lavoro nei campi su cui tanto si discute vengono dopo l’accoglienza e la protezione necessaria e decisiva perché sia fatta salva innanzitutto la vita di ogni essere umano presente sul nostro territorio e si riconosca quella dignità che nessuna regola restrittiva o economica deve ignorare”, aggiunge padre Lazzarato .
 A questa tragedia fa il paio quanto riferito dalla cronaca qualche giorno fa: i soprannomi ingiuriosi e dispregiativo attribuiti agli sfruttati nei campi in Calabria. “Crediamo – spiega la nota – che le difficoltà ad uscire da una crisi che tutti stiamo attraversando, non possono giustificare nessuna barbarie”.

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