Dolomiti & emigrazione

25 Maggio 2020 –

Loreto – Nel superbo quadro delle Dolomiti della Val Pusteria, in un contesto interculturale e bilingue, confinante con gli estesi boschi dell’Austria e a una manciata di minuti da Cortina d’Ampezzo, è invitata verso fine agosto l’equipe dei direttori Migrantes delle Marche. Può sembrare paradossale. Di fronte a scenari naturali particolarmente suggestivi, immobili e antichissimi con i loro 280 milioni di anni – le Dolomiti, recentemente dichiarate Patrimonio dell’umanità – si rifletterà, invece, sulla mobilità umana. Sì, in un paesaggio immutato da tantissimi anni, ci si tufferà nelle sfide attuali del migrare, dei cambiamenti collettivi, delle modificazioni societarie.  E questo – come in un trittico –  dal punto di vista culturale, sociale e religioso. p. Aldo Pashkja Skoda,   direttore del SIMI di Roma, condurrà l’approfondimento delle differenti tematiche. Mariglena Gonji, dell’Università di Urbino, lo farà, invece, dal punto di vista psicologico. La sua idea-chiave è la forza terapeutica, per il migrante, del narrare. Perché questa modalità di esistere – nel racconto di sé e della propria avventura – guarisce le ferite, tonifica l’autostima, conferma la resilienza di fronte all’altro. Il luogo di questo incontro estivo si chiama Piandimaia, un antico hotel termale della fine del XVI secolo, ancora carico di charme per le sue « boiseries » e le sale dipinte ad affresco. Accanto, una sorgente d’acqua, comparabile per analisi alle qualità della Fiuggi, porta il nome beneaugurante di  « fons salutis ». I secoli sono passati per questo maniero, i millenni per le montagne, per l’uomo, invece, è sempre tempo di migrare… Come un’eterna condanna di Sisifo, con i suoi corsi e ricorsi. Ma anche quella straordinaria capacità umana di piegare la storia. “I sistemi si oppongono, ricorda un proverbio, gli uomini si incontrano.” Sapendo, in fondo, che « vola solo chi osa farlo » come annota Sepúlveda. (p. Renato Zilio – Migrantes Marche)

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