Papa Francesco: “la Chiesa è opera dello Spirito Santo e non conseguenza delle nostre riflessioni e intenzioni”

22 Maggio 2020 – Città del Vaticano –  “La fede è testimoniare la gioia che ci dona il Signore. Una gioia così, uno non se la può dare da solo. Gesù, prima di andar via, ha detto ai suoi che avrebbe mandato loro lo Spirito, il Consolatore. E così ha consegnato allo Spirito anche l’opera apostolica della Chiesa, per tutta la storia, fino al suo ritorno”. Lo ha scritto il Papa, nel messaggio rivolto alle Pontificie Opere Missionarie (Pom), diffuso ieri.

Secondo papa Francesco, “il mistero dell’Ascensione, insieme all’effusione dello Spirito nella Pentecoste, imprime e trasmette per sempre alla missione della Chiesa il suo tratto genetico più intimo: quello di essere opera dello Spirito Santo e non conseguenza delle nostre riflessioni e intenzioni. È questo il tratto che può rendere feconda la missione e preservarla da ogni presunta autosufficienza, dalla tentazione di prendere in ostaggio la carne di Cristo – asceso al Cielo – per i propri progetti clericali di potere”.

“Quando nella missione della Chiesa non si coglie e riconosce l’opera attuale ed efficace dello Spirito Santo, vuol dire che perfino le parole della missione – anche le più esatte, anche le più pensate – sono diventate come ‘discorsi di umana sapienza’, usati per dar gloria a sé stessi o rimuovere e mascherare i propri deserti interiori”, il monito di papa Francesco.

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