Vangelo Migrante: VI domenica di Pasqua (Vangelo Gv 14,15-21)

14 Maggio 2020 – Il distacco da Gesù oltre a creare un turbamento suscita anche un altro disagio: rimanere orfani. ‘Non vi lascerò orfani: verrò da voi’, è la consolante Parola di questa domenica.

Come accadrà questo?

Le parole di Gesù lo spiegano: c’è una condizione, ed è l’amore; c’è una persona, ed è lo Spirito Santo (il Paraclito) che il Padre invierà ai suoi discepoli.

L’amore. Nel Vangelo di Giovanni quello dell’amore è un verbo ‘passivo’: lasciarsi amare. Farsi voler bene. Che forse è cosa ben più difficile dell’amare così come lo intendiamo normalmente. Di sicuro è l’atteggiamento più completo per permettere a Dio di raggiungerci. E Gesù lo declina con delicatezza e rispetto: ‘se mi amate osserverete i miei comandamenti’. Non si tratta di una ingiunzione (dovete osservare) ma di una constatazione. Parafrasando il linguaggio di Gesù: ‘è stato creato un amore che è tutto nei comandamenti che voi, amando me, ricevete’. Questa è lo scrigno della vita cristiana. Noi crediamo che tutto parta da noi e che tutto si attiva solo quando lo decidiamo noi. E, invece, è già stato creato per noi quello che ci occorre, che serve, che è necessario … ma solo nell’atto libero di lasciarsi amare, arriva ‘in’ noi.

Lo Spirito. Siamo a ridosso della Pentecoste e compare lo Spirito Santo. Questo amore creato per noi ha una figura ed è lo Spirito che Gesù chiede al Padre perché raggiunga i suoi discepoli e resti con loro per sempre: è compito suo risvegliare i cuori e trasformare l’oscura dimenticanza in luminosa consapevolezza. Gesù lo chiama Paràclito.

Nei tribunali ebraici c’era un personaggio, ai giorni nostri sconosciuto. Quando veniva pronunciata una sentenza, accadeva a volte che un uomo dalla buona reputazione venisse silenziosamente a porsi a fianco dell’accusato: era chiamato appunto paràclito, consolatore-difensore-suggeritore. La sua silenziosa testimonianza confondeva gli accusatori. Può servire ricordare come niente e nessuno confonde e zittisce l’Accusatore per eccellenza, il diavolo, quanto la presenza e il vento gagliardo dello Spirito che sempre e immancabilmente consola e difende i figli di Dio.

In una specie di commovente e suadente monotonia Gesù ripete: ‘voi in me, io in voi, (…) sarò con voi, (…) verrò da voi’. È questo il suo sogno di comunione. Dentro, immersi, uniti, intimi. Gesù che cerca spazi, spazi nel cuore.

Per questo quando parliamo di accoglienza, parliamo di Amore!

 p. Gaetano Saracino

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