Rischio povertà per circensi e lavoratori delle giostre: l’appello di Migrantes

7 Maggio 2020 – Roma – Circensi e lunaparkisti “già vivono ai margini della nostra società, dei nostri Paesi, molte volte accompagnati anche da forti pregiudizi. Sono persone, famiglie, in questo momento, ancora più vulnerabili, perché non possono lavorare in quello che è il periodo più proficuo per loro, tra l’altro vengono da un Natale che non è andato molto bene”.

A dirlo a VaticanNews don Mirko Dalla Torre, membro della Consulta nazionale per la pastorale dello Spettacolo Viaggiante della Fondazione Migrantes che in questo periodo, insieme a Caritas Italiana, è stata a loro fianco per aiutarli nei bisogni più urgenti.

Circensi e lunaparkisti oggi dicono di “essere carichi”, una frase che ha un significato negativo: significa, spiega il sacerdote, avere i camion con la merce a bordo, nessuna giostra montata, nessun tendone del circo alzato perché, per il Covid-19, ogni è attività ferma.

Si tratta di circhi e giostre che oggi si trovano in varie città italiane e anche all’estero con le loro carovane e spesso con difficoltà a chiedere il contributo dei “buoni spesa” ai comuni di residenza, considerata la distanza dal luogo dove ora sostano. Le conseguenze economiche, per tutte queste realtà fragili, sono drammatiche, spesso si tratta di lavoratori che vengono dimenticati e che potranno ritornare a lavoro soltanto tra molti mesi. Una situazione , dicono la Fondazione Migrantes e la Caritas, grave dal punto di vita economico, privo come è di qualunque forma di reddito e, tuttavia, con spese rilevanti.  Nell’intervista il sacerdote ricorda come “da Giovanni XXIII fino a Papa Francesco, nel pensiero dei Papi gli esercenti dello spettacolo viaggiante ci siano sempre stati”, e ricorda quando, nel 2017, Bergoglio, ricevendoli in udienza, li definì “gli artigiani della gioia e della festa”. “Lui ha un occhio di riguardo per i poveri, in questo momento mettiamoci dentro anche loro, non lavorano, sono fermi da tanti mesi”, afferma don Dalla Torre. Migrantes e Caritas stanno guardando a questa gente, alla gente del viaggio, gente buona e accogliente, che porta gioia e festa nelle nostre piazze”.

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