Comunicazione, ponte invisibile (e necessario)​

6 Maggio 2020 – Roma – “È delle città come dei sogni: tutto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure”.

Mi sono tornate alla mente queste parole di Italo Calvino nelle Città invisibili, all’inizio della tanto attesa fase 2 che, tra responsabilità e attenzione al bene comune, sta segnando un ritorno alla vita sociale. La riscoperta delle città porta con sé una nuova comprensione di ciò che lega desideri e paure, fino a spingersi oltre, scorgendone il senso profondo. È una ridefinizione del concetto stesso di comunità e della sua essenza. La comunicazione diventa, allora, quel ponte invisibile tra desideri e paure. Non si tratta di una semplice transizione da un sentimento all’altro, ma di una relazione intima e profonda. Ed è qui che si gioca la progettazione della nostra rinascita. Comunicare e informare bene, rispettando l’etica e la deontologia, è il primo passo da compiere.

Vincenzo Corrado

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