Migrantes Cosenza-Bisignano: a servizio degli invisibili

24 Aprile 2020 –

Cosenza – C’è un piccolo grande mondo di invisibili che rischia di subire la beffa dopo il danno in questi giorni contrassegnati dall’emergenza Coronavirus, con persone costrette a casa, negozi, ristoranti e altre attività chiusi, trasporti ridotti al minimo. Quasi tutti sono rimasti senza lavoro, e, in difficoltà ad accedere alle procedure, rischiano di non avere acceso anche agli aiuti messi in campo dal governo nazionale. Drammi nel dramma su cui accende i riflettori l’ufficio Migrantes della diocesi di Cosenza-Bisignano, diretto da Pino Fabiano, che da giorni è impegnato assieme altri volontari per tendere una mano anche a questi ultimi tra gli ultimi, diffusi a macchia d’olio in città come a Rende, nel resto dell’area urbana e della diocesi.

“Grazie a Dio s’è mossa tanta solidarietà, sia di matrice cattolica che laica, come Caritas, “Terra di Piero” e altri ancora. Tutti assieme stiamo mettendo in campo davvero una bella risposta, volto d’una comunità attenta e solidale”, sottolinea  Fabiano che poi snocciola l’impegno della Migrantes nei confronti di chi rischia di essere penalizzato due volte: “Pensate alle badanti che erano impegnate nell’assistenza degli anziani. Se vivevano in casa con loro, hanno la fortuna di avere mantenuto un alloggio e il resto. Ma molte svolgevano servizio diurno e la sera tornavano nelle proprie abitazioni, magari anche in altri comuni. Hanno perso il lavoro e sono davvero in difficoltà. Sono in gran parte provenienti dall’Est europeo, quindi sono regolari ma non hanno nessuna garanzia. Né hanno attorno una famiglia che, stiamo vedendo per molti, garantisce ammortizzatori fondamentali. Inoltre gli stranieri spesso non parlano benissimo la nostra lingua, quindi non sanno districarsi tra richieste, domande e procedure di vario genere necessarie per ottenere gli aiuti stanziati”, racconta il direttore Migrantes che non dimentica gli operai impegnati nei cantieri edili o i tanti che lavorano della ristorazione. Così come quanti vivevano di elemosina o piccole donazioni, anche loro in grandi difficoltà a causa delle difficoltà di movimento. Per fortuna il volontariato non fa differenza, mentre la legge sì. Non sono pochi gli interventi mirati anche al sostegno psicologico o più semplicemente umano nei confronti di quanto hanno bisogno anche solo d’una telefonata per spezzare la solitudine. (Domenico Marino – Gazzetta del Sud)

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