Mci Barcellona e le chiese domestiche

17 Aprile 2020 – Barcellona – E’ ormai da quattro settimane che a Barcellona, come in tutta la Spagna si conduce una vita ritirata. Un lungo cammino di cui ancora non si vede la fine. Una vita in cui si è privati di molto, soprattutto della libertà di movimento, e in cui la tecnologia ed il virtuale sembrano prendere il sopravvento sulla vita reale.

Anche la vita di fede ha dovuto adattarsi: adesso si prega guardando uno schermo e vivendo una esperienza che è normalità per chi ,malato, è sempre costretto in casa e non può condividere la pienezza di una celebrazione comunitaria.

Eppure questa forma di pregare sta portando frutti preziosi. Abbiamo cominciato a pregare in famiglia. Si sono aperte tante chiese domestiche.

Don Luigi Usubelli, cappellano della Comunità Cattolica Italiana  di Barcellona, celebra la Messa in diretta Facebook ogni domenica ed ha invitato a preparare delle piccole mense dove appoggiare il pane che, benedetto da un familiare al momento della comunione e poi distribuito, permette di vivere la comunione spirituale.

Abbiamo chiesto di inviarci le foto di queste mense e scoperto con quanta cura sono preparate.

Si vedono utilizzati i centrini della nonna, diverse bibbie, tante icone preziose i cui sguardi illuminano la mensa tanto quanto le candele. Si vedono ricordi di pellegrinaggi a Lourdes o lavoretti pasquali dei bambini. Quanto desiderio di bellezza per accogliere anche solo spiritualmente un Ospite così importante.

La bellezza è anche nelle mense più semplici, essenziali, di chi magari è solo ma preparandole si sente vicino a tanti altri e più sereno

Attorno a queste mense ci immaginiamo un iniziale imbarazzo per la mancanza di abitudine alla preghiera in famiglia; per quel qualcosa di nuovo che sta succedendo. Ci immaginiamo mamme felici, padri apparentemente distratti ma invece partecipi, qualche bambino seduto su un tappeto che forse prega meglio perché si sente più libero. E magari qualche adolescente che ha il broncio perchè non voleva partecipare ma che certo sente l’importanza del momento e si fa abbracciare al momento dello scambio della pace.

Attorno a queste mense il virtuale si unisce al reale e lo impreziosisce. E’ una alleanza che crea vicinanza nella lontananza, di intensa spiritualità. Le parole di Gesù diventano realtà “dove sono due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Matteo 18; 20)

  Cristina Quaranta

 

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