Congo: le preoccupazioni per il Covid 19 dal racconti di un giovane studente

10 Aprile 2020 – Firenze – A Kinshasa la situazione è “più psicologica che reale. Ci sono un po’ di casi ma non c’è ancora diffusione. Se la cosa diventasse molto seria, non sarà più il Covid a provocare più morti ma sarà la fame e la delinquenza… perchè non si potrà chiedere a un genitore che sfama la sua famiglia alla giornata di rimanere a casa per una durata indefinita. Impossibile”. E’ la testimonianza di un giovane studente congolese in Italia  a contatto con la propria famiglia. Ci sarà il rischio – scrive al direttore del Centro Internazionale “G.La Pira”, Maurizio Certini – che alcuni gruppi  organizzati con armi diventino “i padroni della città. È una situazione opposta a quella che vediamo in Italia”. Il Governo” impotente nel prendere decisioni restrittive, e quando sono prese è quasi impossibile applicarle… hanno provato a isolare Kinshasa dalle altre regioni, ma è durato due giorni, poi si sono arresi alla realtà, e hanno tolto il blocco..”.
Una delle preoccupazioni è anche l’annuncio di un medico di Kin  che il Congo è stato scelto per effettuare test del vaccino contro il Covid19 “ma senza dare spiegazioni accurate e approfondite. Questo (anche se non è vero) ha infiammato la popolazione. Ho sentito proprio adesso una mia nipote che aveva un forte mal di testa, gli ho chiesto di andare all’ospedale, ma – racconta – all’ospedale  non va più nessuno , perché la gente ha paura che le dicano di avere corvid 19 per un semplice sintomo associato, tanto tamponi non ci sono, e sopratutto le persone hanno paura di diventare cobay per i test del vaccino e non ne vogliono sapere… Capisco l’ignoranza – conclude – ma questa è la pura realtà dello stato dei cittadini in questi paesi… insomma la situazione è confusionale e psicologica…”

Temi: