La “Gente del viaggio” al tempo del coronavirus

3 Aprile 2020 – Vittorio Veneto – L’epidemia causata dal Corona-Virus e le misure prese dalle autorità nazionali e locali allo scopo di contenere la diffusione del contagio hanno avuto conseguenze molto pesanti sulla vita di ognuno di noi. Per alcune categorie, però, queste conseguenze sono state veramente devastanti, implicando l’impossibilità assoluta di lavorare, e di conseguenza, in molti casi, la perdita di ogni tipo di reddito.

Questo è successo anche alle persone che operano nello Spettacolo Viaggiante, cioè nei circhi e nei Luna Park. Infatti, la sospensione di tutte le attività culturale e ricreativa svolte in un luogo pubblico ha imposto uno stop totale anche alle esibizioni dei circhi e delle giostre.

I circensi e i lunaparchisti attualmente non possono in alcun modo lavorare, e di conseguenza hanno perso completamente il reddito che ricavavano dalla loro attività; e tuttavia devono continuare a sostenere gran parte delle ordinarie spese di gestione dei “mestieri” – come li chiamano loro – se vogliono sperare di poter riprendere il lavoro in un futuro che, peraltro, al momento non è prevedibile. Tra le spese che non possono assolutamente essere differite vi è certamente il mantenimento in buona salute degli animali che vivono nei circhi.

Molti ritengono che una sospensione dell’attività per alcune settimane (tutti speriamo che il periodo di stop non debba protrarsi per diversi mesi, ma non possiamo essere sicuri di nulla) non dovrebbe avere gravi conseguenze, purché i titolari abbiano avuto la saggezza di accantonare risorse sufficienti per poter far fronte a una crisi come questa. In realtà, però, mettere da parte somme sufficienti non è sempre possibile; e in particolare, visto l’andamento degli ultimi decenni, non è stato assolutamente possibile a chi lavora nei circhi e nei Luna Park, visto che questo settore è da parecchio tempo in crisi a causa della concorrenza di altri generi di spettacolo, che risultano più accattivanti per il pubblico del nostro tempo.

Il risultato finale è che, quando alla situazione ordinaria si è sovrapposta la crisi che stiamo vivendo, molte famiglie di circensi e lunaparchisti si sono viste ridotte letteralmente alla fame. Lo posso dire con cognizione di causa perché ricevo ogni giorno decine di telefonate con richieste di sostegno per l’acquisto dei generi più indispensabili da parte di queste persone e delle loro famiglie che spesso, a differenza di quelle di tanti altri nostri connazionali, sono ancora caratterizzate dalle presenza di numerosi bambini.

Il problema principale nasce perché, quando è il momento di ricevere aiuto, queste persone risultano, ancora e sempre, svantaggiate, non solo perché lo stile di vita mobile – che anche oggi caratterizza l’esistenza di molti fra loro – li rende pur sempre oggetto di pregiudizi, a volte anche odiosi, ma anche, più semplicemente, perché, muovendosi continuamente, non appartengono in maniera piena a nessuna comunità, né civile né religiosa, e quindi ognuno tende a pensare che di loro si debba occupare qualcun altro. Purtroppo conosco moltissime situazioni di questo genere.

Oggi tante famiglie di lavoratori dello Spettacolo viaggiante non sono nemmeno sicure di riuscire a sopravvivere nelle prossime settimane. E c’è di più: la situazione attuale rischia di farli entrare in un circolo vizioso da cui sarà difficile poi uscire: la miseria e i rifiuti che si vedono opporre ogni giorno finiranno per estraniarli sempre più dalle altre persone. E questo aumenterà ancora la diffidenza e l’ostilità nei loro confronti. Dobbiamo fare il possibile per aiutarli, altrimenti rischiamo che, anche senza che nessuno lo voglia, venga innalzato un muro fra noi e loro.

Don Mirko Dalla Torre

Commissione Spettacolo Viaggiante

Fondazione Migrantes

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