Migrantes Taranto: dare speranza alle persone in mobilità

1 Aprile 2020 – Taranto – A Taranto la Migrantes diocesana in questo difficile periodo cerca di dare speranza alle persone immigrate. In particolare continua la sua attività “Lo Sportello immigrazione itinerante”  soprattutto per donne in difficoltà, ci dice la direttrice dell’Ufficio diocesano Migrantes, Marisa Metrangolo. Gli incontri necessari si fanno telefonicamente, su whatSsapp e quando è “indispensabile personalmente con le dovute precauzioni e distanze.

A Taranto le donne che svolgono lavoro di badante sono “stremate perché i loro giorni di riposo che a Taranto erano il giovedì e la domenica, sono scomparsi considerata la situazione di non poter circolare”. Alcune scelgono di “continuare a lavorare ed ottengono gli straordinari altre si chiudono nella loro stanza (chi ce l’ha) e si occupano delle loro cose e  tutte subiscono come tutti noi, la situazione di restare a casa. Ma loro in maniera particolare perché vivono sempre nell’ambiente lavorativo e non hanno più contatti con la loro comunità e con qulche parente che vive in città o nei dintorni”.

Sino donne – aggiunge Metrangolo – che hanno bisogno di essere rassicurate  e sostenute anche da parte dei nostri operatori. Molte volte sono esse stesse che rassicurano dicendo che preferiscono stare in Italia perché si sentono più protette”.

Le richieste maggiori da parte degli immigrati sono comunque di richiesta di cibo e di medicine per  loro stessi e per i propri familiari. “Lo stiamo facendo – aggiunge la direttrice di Migrantes – dando loro la possibilità di acquistarli, oltre che  in collaborazione con la Caritas diocesana e le parrocchie di appartenenza, con cui ci sentiamo sempre in rete”. Alcune hanno perso il lavoro e quindi anche senza soldi.

Stessa situazione anche per una famiglia del lunapark che vive a Taranto e la Migrantes in collaborazione con la Parrocchia di appartenenza sta cercando di rispondere ai loro bisogni.

Neo Cas sono stati promossi molti incontro formativi per gli ospiti. In uno dei centri di accoglienza i profughi sono impegnati a confezionare mascherine artigianali.

I cappellani etnici trasmettono su vari canali sia la celebrazione della Messa che la recita del rosario e messaggi vocali per i propri parrocchiani.  Uno li loro passa per le strade e i fedeli si affacciano dai balconi e recitano qualche preghiera.

 

Temi: