4 Marzo 2020 – Milano – Dopo la riduzione del numero di richiedenti asilo rilevata nel 2018, l’ Ismu segnala che nel 2019 si è registrata un’ulteriore contrazione delle domande di protezione. Nel 2019 sono stati infatti 39mila i migranti che hanno fatto domanda di asilo, il 27% in meno rispetto al 2018, anno in cui le domande pervenute erano state 54mila. Andando indietro nel tempo, il trend delle richieste di asilo ha registrato in Italia – così come in altri paesi UE – un significativo aumento negli anni della “crisi dei rifugiati”, quando si verificarono consistenti arrivi via mare di persone in fuga dalle guerre in Medio Oriente e in Africa. Il primo consistente picco di richieste si registrò nel 2014, quando 63mila migranti presentarono domanda di protezione in Italia (contro i circa 26mila del 2013). Nel 2015 i richiedenti arrivarono a 84mila. Il 2016 fu poi l’anno del raddoppio: le domande presentate furono 124mila. Ma il record si è toccato nel 2017, con oltre 130mila richiedenti asilo: il numero più alto registrato nel nostro paese in venti anni.
Tra i richiedenti asilo aumentano le donne e la fascia dei 35-64enni. A fronte di una riduzione del numero assoluto di richiedenti asilo rispetto a quattro anni fa, si registrano – secondo l’Ismu – alcuni cambiamenti nelle caratteristiche demografiche. Primo fra tutti l’aumento della proporzione di donne tra i richiedenti asilo: mentre nel 2016 costituivano il 15%, nel 2019 rappresentano quasi un quarto del totale (23,8%). Passando all’età, si nota che chi cerca protezione nel nostro paese è per la maggior parte giovane: ma se i 18-34enni costituivano l’80% nel 2016, nel 2019 rappresentano il 71%, e sta crescendo la quota dei 35-64enni, che nel 2019 rappresentano il 27% del totale (erano il 10% nel 2016).
Diminuiscono i richiedenti provenienti dall’Africa. Se nel 2016 e nel 2017 i richiedenti asilo di nazionalità africane erano largamente maggioritari – costituivano il 70% del totale, in numero assoluto rispettivamente 88mila e 92mila -, nel 2018 e ancor più nel 2019 la componente africana tra i richiedenti asilo è drasticamente diminuita, scendendo rispettivamente a 25mila e 12mila persone (-86% in tre anni). In particolare la Nigeria, che dal 2014 al 2017 è stato il principale Paese di nazionalità dei richiedenti asilo, ha registrato un fortissimo calo, passando da 27mila richieste nel 2016 a 2.950 nel 2019 (-90%).
In termini relativi – spiegano ancora i ricercatori dell’Ismu – nel 2019 la componente africana è dunque scesa a un terzo del totale, mentre sono stati in particolare i cittadini di paesi dell’Asia a registrare l’incidenza più significativa: il 41% del totale, pari a oltre 16mila richiedenti asilo con nazionalità asiatica. Il 2019 registra inoltre un’importante crescita delle provenienze dal continente Americano: oltre 6.700 richiedenti asilo – il 17% del totale – proviene da paesi del Centro e Sud America. Da tale continente le richieste di asilo sono quadruplicate in tre anni.
Crescono i dinieghi: nel 2019 il 65% delle domande ha avuto esito negativo. È aumentato il numero di domande di protezione che ha avuto esito negativo: nel 2019 esse rappresentano il 65% (contro il 58,6% del 2018), quindi più di due terzi delle persone che hanno chiesto asilo nel nostro paese l’anno scorso non ha ottenuto nessuna forma di protezione (pari a 62mila persone).
Relativamente alle nazionalità, nel 2019, gli esiti negativi alle domande di asilo presentate riguardano soprattutto cittadini provenienti da: Gambia (81% di dinieghi), Bangladesh (79%), Senegal (78%) e Ucraina (74%).
Tra i paesi con il più alto tasso di riconoscimento di una forma di protezione – e quindi con la più bassa percentuale di dinieghi – vi sono il Venezuela (solo il 2,5% di domande respinte), l’Iraq (16%) e El Salvador (40%).
I dati del Ministero dell’Interno rilevano che lo status di rifugiato è stato concesso a 4.800 persone nel 2016 e a oltre 10mila nel 2019, per un totale di quasi 30mila migranti a cui è stato riconosciuto questo status in quattro anni. In termini relativi, lo status di rifugiato ha costituito il 5% degli esiti nel 2016 e l’11% del 2019. A ottenere lo status di rifugiato nel 2019 sono state soprattutto le donne: tra le richiedenti il 26% ha ottenuto questa forma di protezione, contro il 7,5% tra i richiedenti uomini.