Papa Francesco: la Chiesa diventa “strumento di carità nella misura in cui le comunità urbane sono non solo missionarie”, ma anche “accoglienti”

12 Febbraio 2020 – Città del Vaticano – La Chiesa diventa “strumento di carità nella misura in cui le comunità urbane sono non solo missionarie nel loro ambiente, ma anche accoglienti verso i poveri che arrivano dall’interno spinti dalla miseria. E ugualmente lo è nella misura in cui le comunità sono vicine ai giovani migranti per aiutarli a integrarsi nella città senza cadere nelle sue reti di degrado”. Lo scrive Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica post snodale “Querida Amazonia” diffusa oggi. Per il Papa tali azioni ecclesiali, che “nascono dall’amore, sono percorsi preziosi all’interno di un processo di inculturazione”. L’inculturazione “eleva e conferisce pienezza. Certamente va apprezzato lo spirito indigeno dell’interconnessione e dell’interdipendenza di tutto il creato, spirito di gratuità che   ama la vita come dono, spirito di sacra ammirazione davanti alla natura che ci oltrepassa con tanta vita. Tuttavia – scrive Papa Francesco –  si tratta anche di far sì che questa relazione con Dio presente nel cosmo diventi sempre più la relazione personale con un Tu che sostiene la propria realtà e vuole darle un senso”.

“L’amata Amazzonia – scrive aprendo il documento Papa Bergoglio – si mostra di fronte al mondo con tutto il suo splendore, il suo dramma, il suo mistero”. Il Pontefice, nei primi punti spiega “il senso di questa Esortazione” ricca di riferimenti a documenti delle Conferenze Episcopali dei Paesi amazzonici ma anche a poesie di autori legati all’Amazzonia. Sottolinea che desidera “esprimere le risonanze” che il Sinodo ha provocato in lui. E precisa che non intende né sostituire né ripetere il Documento finale che invita a leggere “integralmente”, auspicando che tutta la Chiesa si lasci

“arricchire e interpellare” da esso e che la Chiesa dell’Amazzonia si impegni “nella sua applicazione”. Papa Francesco condivide i suoi “Sogni per l’Amazzonia”  la cui sorte deve preoccupare tutti perché questa terra è anche “nostra”. Formula cosi “quattro grandi sogni”: che l’Amazzonia “lotti per i diritti dei più poveri”, “che difenda la ricchezza culturale”, che “custodisca gelosamente l’irresistibile bellezza naturale”, che infine le comunità cristiane siano “capaci di impegnarsi e di incarnarsi in Amazzonia”. (R.I.)

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