Italiani in Spagna: un incontro ieri a Madrid

30 Gennaio 2020 –

Roma – Hanno superato quota 300mila gli italiani residenti in Spagna, più che raddoppiando i numeri di dieci anni fa. Una comunità articolata e ben integrata, concentrata in alcune aree specifiche (Barcellona e Catalogna, Madrid, Canarie, Baleari, Andalusia e la regione di Valencia, in quest’ordine), con un’età media di 40 anni e in cui sono in progressivo aumento gli italiani di seconda generazione (figli cioè degli emigrati italiani nati in Spagna). Un’emigrazione che, nonostante le categorie, non è sempre facile da fotografare. Se infatti sono oltre 316mila i connazionali in Spagna in possesso di un NIE (una sorta di codice fiscale rilasciato dal Ministero dell’Interno spagnolo), gli iscritti all’AIRE al 31 dicembre scorso risultano essere poco meno di 214mila. Uno scarto di circa 100mila unità in parte dovuto alla mobilità interna all’Unione europea in parte per la mancata regolarizzazione della posizione anagrafica da parte dei nostri connazionali.

Per riflettere sulle caratteristiche del fenomeno migratorio verso il Paese iberico, l’Ambasciata d’Italia a Madrid ha organizzato ieri un incontro-dibattito in coincidenza con la visita del Sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo e del Direttore Generale per gli italiani all’Estero, Luigi Vignali. Nel corso dell’incontro è stata annunciata la prossima apertura alle Canarie di uno sportello consolare, che anticiperà l’istituzione di un’Agenzia consolare vera e propria con cui la Farnesina intende rispondere alle richieste della crescente comunità italiana lì residente: secondo gli ultimi dati spagnoli disponibili, sono oltre 57mila i connazionali stabiliti nell’arcipelago atlantico, di cui 30mila iscritti all’AIRE.

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