Mons. Delpini: “dare volto, voce e parola alla convivialità delle differenze”

29 Gennaio 2020 – Milano – Milano e, in proporzioni diversificate, tutta la regione Lombardia, si trovano, “oggi più che in altri tempi, di fronte alla sfida della convivenza di persone che vengono da molte parti del mondo e portano le loro capacità, le loro attese, i loro bisogni, la loro cultura e mentalità, talora le loro miserie, i loro traumi e le loro sofferenze, le loro virtù e i loro vizi”. A dierlo è stato ieri l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nel suo discorso dinanzi al Consiglio regionale lombardo a distanza di sei anni dalla visita del card. Angelo Scola, la prima di un successore alla cattedra di Sant’Ambrogio nella sede del Consiglio regionale lombardo. Per mons. Delpini questa situazione si colloca entro “il fenomeno planetario” delle migrazioni che interessa milioni di persone e molti Paesi del pianeta. Il fenomeno migratorio – ha quindi aggiunto –  è “estremamente complesso e ha una risonanza emotiva profonda, anche se talora deformata da un’enfasi sproporzionata per alcuni aspetti”.  Il Consiglio regionale, ne è convito il presule ambrosiano,  può diventare “una palestra efficace capace di insegnare al resto della società come affrontare in modo maturo una questione così complessa. Dobbiamo liberarci dalla logica del puro pronto soccorso; dobbiamo andare oltre le pratiche assistenzialistiche mortificanti per chi le offre e per chi le riceve, anche oltre una interpretazione che intenda ‘integrazione’ come ‘omologazione’. Si tratta di dare volto, voce e parola alla convivialità delle differenze, passando dalla logica del misconoscimento alla profezia del riconoscimento. Siamo chiamati a guardare con fiducia alla possibilità di dare volto a una società plurale in cui i tratti identitari delle culture contribuiscano a un umanesimo inedito e promettente; siamo chiamati mostrare come le nostre tradizioni, la nostra identità lombarda e ambrosiana è così ricca di valori e dimensioni da dar vita a riedizioni inedite e inaspettate delle nostre radici”. La Chiesa di Milano – ha detto ancora mons. Delpini – ha intrapreso un cammino per “immaginare” e “sintonizzarsi sul futuro che ci attende”. E lo ha fatto con un Sinodo Minore dal titolo “Chiesa dalle genti”: una Chiesa – ha spiegato – “che vive questo confronto con il cambiamento proprio per restare fedele alla sua identità ambrosiana. Come ai tempi di Sant’Ambrogio, in continuità con il suo spirito!” Dentro questo quadro l’arcivescovo di  Milano colloca l’istituzione da parte della Regione di una consulta interreligiosa, che “consenta anche a voi di ascoltare e dialogare con la società plurale anche dal punto di vista religioso che si va addensando in Lombardia” e annuncia “la partecipazione convinta e operosa della Chiesa cattolica a questa iniziativa. Non c’è società plurale – ha quindi affermato –  senza reale esercizio della libertà religiosa”. (R. Iaria)

 

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