Mons. De Luca: “conoscere e aiutare a conoscere realmente il fenomeno delle migrazioni”

29 Gennaio 2020 –

Napoli – “Conoscere e aiutare a conoscere realmente il fenomeno delle migrazioni. Non aiutano l’oceano delle fake news (notizie false) e dell’hate speech (discorsi d’odio), una strategia da slogan diffamatori e fuorvianti”. Lo scrive il vescovo delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Campana, mons. Antonio De Luca, vescovo di Teggiano-Policastro in un articolo che presenta l’incontro di oggi a Salerno  per la presentazione del XXVIII Rapporto immigrazione 2018-2019 redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Il Rapporto è “uno strumento di conoscenza e si pone nel solco di una collaudata logica di un corretto processo informativo, eticamente rispettoso, e scientificamente pensato, al quale fare riferimento per attingere contenuti e dati”. Anche la presentazione del Rapporto sul territorio nazionale, in collaborazione con i centri scolatici, accademici, culturali e pastorali, è il “tentativo di entrare in rete nella problematica migratoria, con la prospettiva interdisciplinare che tocca l’ambito culturale, sociale, economico e culturale. Si parla – scrive il vescovo – di “invasione, di islamizzazione, di lavoro sottratto agli italiani, di diffusa delinquenza, finanche di emergenza contagio sanitario. Programmazioni radiofoniche e televisive, il mondo dei social, scontri verbali e litigi tra quanti sono sedotti da una informazione biecamente manipolata. Le persone migranti – spiega mons. De Luca – sono la causa di tutti i mali! Il clima sociale ne risente in rapporto alla serena convivenza ma anche il civile dibattito che potrebbe invece determinare aperture umane e culturali improcrastinabili, si inaridisce nelle secche astratte ed infeconde delle ideologie. I temi dei respingimenti, della chiusura dei porti, dei blocchi navali, aizzano un insano amor patrio che invece ha i connotati razzisti dettati da una mancata conoscenza del problema ed un’alterata percezione della realtà. Prima noi e poi loro, aiutiamoli a casa loro, è il grido di chi vuole gestire le persone migranti facendo credere ad una emergenza e ad un bisogno di sicurezza. Spiagge sicure, coste protette, fronte navale, sono componenti che distraggono dalla complessità del problema e non alimenta le giuste prospettive”.

Al di là dell’integrazione “c’è solo lo scontro, il conflitto e la guerra. Non sono le navi bloccate nel mare che scoraggiano le partenze ma sono le politiche di sviluppo, di solidarietà e di crescita che aiutano un popolo. Una legislazione che prevede la chiusura dei confini, che non è invece attenta alla migrazione regolata, selezionata e accompagnata sta alimentando un traffico irregolare e illecito dalle proporzioni economiche incontrollabile ed enormemente vantaggioso e persino più conveniente del traffico di stupefacenti. In tal senso – spiega il presule delegato MIgrantes della Campania – i corridoi umanitari sono una geniale idea italiana, preso a modello, speriamo anche da altri paesi d’Europa. Tuttavia forse abbiamo fatto molta accoglienza e poca integrazione”. Serve “una visione, ed è ciò che oggi manca alla politica, all’ economia, allo sviluppo, siamo troppo chiusi nella gestione di un presente contingente, stentiamo a valicare le paludose e miopi circostanze di un’immanenza che ci inchioda sulle ovvietà e ci esaurisce nei luoghi comuni. La visione richiesta dalle problematiche legate alle migrazioni non può che consistere in una lotta per la fratellanza universale, aperta alla multiculturalità, alla mobilità e all’accoglienza”. (R.I.)

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