Card. Zuppi: la sfida vera è  governare il fenomeno migratorio con umanità

24 Gennaio 2020 – Torino – Sulla realtà migratoria “che anche in ambito cristiano è discussa, bisogna fare chiarezza. Si sente dire: ‘Prima noi, poi gli altri’; si sente l’obiezione sulla disponibilità di risorse per tutti. Ma io credo anzitutto che si debba uscire da questi dualismi del noi-loro, del prima-dopo, dell’invasione-respingimento. Sono dualismi che deformano la realtà e sono molto pericolosi”. A dirlo è il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, in una intervista al settimanale “La Voce e il Tempo” della diocesi di Torino. “Certo – spiega il card. Zuppi –  che c’è bisogno di accoglienza intelligente. C’è bisogno di un’intelligenza che programma nell’ordinario e che sa offrire risposte in caso di emergenza. Se però l’emergenza – aggiunge – è continua e non porta a governare il fenomeno, allora si generano paure e noi dobbiamo uscire da questo meccanismo. È un cambiamento di prospettiva fondamentale e basterebbe guardare alla storia: in passato le migrazioni ci sono sempre state. Noi stessi siamo stati migranti…”.

L’arcivescovo di Bologna, autore recentemente del volume “”Odierai il prossimo tuo” (Piemme) sottolinea che il meccanismo della paura, della necessità di proteggersi “porta a innalzare muri, chiudere i porti, ed è su questo che oggi le persone si interrogano”. Oggi occorre “far riflettere sul fatto che la protezione non sta nei muri, che la sfida vera è appunto governare il fenomeno migratorio, ma sempre con umanità. Su questo per i cristiani non ci sono deroghe: si tratta di un imperativo evangelico chiarissimo che non può essere disatteso, in nessun caso. Chi sa accogliere, sa anche gestire la convivenza. Tanti problemi del gestire l’immigrazione si generano perché si pensa che la convivenza non sia possibile, si pensa che implichi un pericolo e invece si può gestire, organizzare… Non ci sono invasioni, ma persone a cui aprire le porte perché possano avere un futuro”. Questo dipende – spiega ancora il cardinale – da cosa vogliamo fare della nostra casa comune ed è questo che dobbiamo chiarirci per poi agire di conseguenza”.

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