Anelli: studiare il fenomeno migratorio mediante un approccio scientifico con un’attenzione particolare alla dimensione religiosa

23 Gennaio 2020 – Roma – “La ricerca che presentiamo rientra in programmi specifici dell’impegno dell’Università Cattolica nel portare avanti ricerche multidisciplinari, in contesti trasversali: la realtà è complessa e la ricerca fa dialogare insieme metodi e saperi differenti”. Così il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli ha presentato un’ampia ricerca condotta dall’ateneo sulle relazione tra i fenomeni migratori e la religione dal titolo “Migrazioni e appartenenza religiosa”. “L’idea di fondo – ha detto ieri pomeriggio durante un convegno al Senato – è studiare il fenomeno migratorio mediante un approccio scientifico con un’attenzione particolare alla dimensione religiosa, non dato accessorio, ma esplicativo dell’essenza dei fenomeni migratori”. Per Anelli  conoscere la spinta religiosa alla migrazione significa “conoscerne una causa profonda. La geopolitica dimostra nuovi luoghi e contesti un tempo pacifici, oggi conflittuali. Studiare l’appartenenza religiosa aiuta inoltre a comprendere come le comunità in uscita possono essere accolte dalle comunità di arrivo”. Lo studio “evidenzia la necessità di rafforzare la reciproca conoscenza tra apparati istituzionali e organizzazioni religiose” e di analizzare la “capacità dei nostri sistemi di protezione di rimanere fedeli ai principi fondanti delle democrazie europee”. L’intera ricerca sarà disponibile nelle prossime settimane. Lo studio conferma che “vi è un pregiudizio ideologico che impedisce di cogliere adeguatamente il ruolo della religione nei processi migratori e di integrazione”. Da qui si evidenzia “la necessità di rafforzare la formazione in materia religiosa e la reciproca conoscenza tra apparati istituzionali e organizzazioni/leader religiosi. I primi devono essere resi maggiormente consapevoli della rilevanza della religione in tutte le fasi del processo migratorio; i secondi devono essere resi maggiormente consapevoli dell’importanza del rispetto della legalità e, in particolare, di un ricorso corretto e non meramente strumentale alla richiesta di asilo politico”. Il riconoscimento dell’identità religiosa dei migranti è “una condizione essenziale per un processo di re-umanizzazione sul quale costruire una nuova etica dell’ospitalità. La ricerca inoltre dimostra come, attraverso le sue iniziative, la Chiesa “possa contribuire a forgiare il lessico, il quadro semantico e le procedure attraverso i quali ripensare il concetto di cittadinanza all’interno di una società pluralistica”. (R.I.)

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