L’immigrazione è percepita (e l’emergenza non c’è)

19 Dicembre 2019 – Milano – Su cento persone residenti nel nostro Paese, nove sono di origine straniera (l’8,5% secondo le ultime rilevazioni dell’Istat), ma gli italiani pensano che la quota di stranieri che vivono nel nostro Paese arrivi al 31%. Non siamo gli unici a soffrire di una percezione ‘distorta’ del fenomeno migratorio: anche in Grecia e Ungheria la maggior parte delle persone sovrastima la presenza di migranti e rifugiati nel proprio Paese. In Ungheria, ad esempio, i cittadini pensano che i migranti siano il 20% della popolazione a fronte di un dato reale del 2%. In Grecia il ‘percepito’ è del 35% a fronte di un dato reale del 9%, mentre in Austria il rapporto è tra il 16% dei dati reali contro una percezione del 35%. La stessa discrepanza si riscontra quando ci si concentra sui cittadini musulmani: in Austria sono solo il 7% della popolazione, ma la percezione è del 26%. Mentre in Italia si pensa che i musulmani siano il 22% della popolazione a fronte di un dato reale del 5%.

I dati sono contenuti nel sondaggio ‘Ciak Migr-Action: percezione, stereotipi e divario di conoscenza tra i cittadini europei sulla migrazione’ realizzato dall’istituto di ricerca Ipsos per ‘WeWorld Onlus’ e presentata ieri a Milano, in occasione della Giornata internazionale dei migranti. Dati che ci restituiscono l’immagine di un’Europa convinta che nel Vecchio Continente si stia consumando un’emergenza migratoria di dimensioni epiche. Ma i numeri ci raccontano di un fenomeno molto più contenuto rispetto a quanto percepito dall’opinione pubblica. “La campagna mediatica di attacco a chi si occupa di accoglienza ha distorto le percezioni sulle migrazioni, creando un’emergenza dove non c’è e fondendo in un’unica preoccupazione i temi di accoglienza e di inclusione” spiega Marco Chiesara, presidente di ‘WeWorld’. A domanda diretta, la maggior parte degli italiani (57%) risponde che l’immigrazione ha avuto un impatto negativo sul Paese. Un dato in linea con quello greco (64%) e ungherese (56%), mentre gli austriaci si dividono tra chi esprime un giudizio negativo (49%), chi ha un approccio neutrale (29%) e chi ne dà un giudizio positivo (20%). Un dato – si legge nella ricerca – che può essere spiegato dal forte scollamento tra la realtà del fenomeno e la rappresentazione che ne viene fatta a livello pubblico. Eppure in nessuno dei casi presi in esame, i cittadini hanno messo l’immigrazione al primo posto tra le principali sfide per il Paese. In Austria si piazza al terzo posto (preceduto da aumento dei prezzi e ambiente). In Italia il 50% degli intervistati punta il dito contro la disoccupazione, il 38% la situazione economica, il 34% la tassazione e solo il 28% indica nei migranti il problema principale per il Paese. Per il 33% degli italiani la maggior parte dei crimini in Italia è commessa da immigrati e per il 40% è troppo pericoloso accogliere migranti perché rappresentano una grave minaccia terroristica. (Ilaria Sesana – Avvenire)

 

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