Missionari Vincenziani: “Mediterranea”, un progetto per l’inclusione di richiedenti asilo

18 Ottobre 2019 –  

Un progetto di inclusione di migranti presso la curia generalizia dei Missionari Vincenziani, a Roma: si tratta di “Mediterranea”, avviato nel 2018, che ha come obiettivo la riqualificazione delle competenze professionali di un gruppo di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria, al fine del loro inserimento nel tessuto sociale e lavorativo. A tal fine, la curia generalizia della Congregazione della Missione ha messo a disposizione due ettari di parco incolto e un immobile in via della Nocetta 191, a Roma, e l’Associazione Linaria ha concentrato tutta le sue competenze e conoscenze per la realizzazione di Mediterranea.

Tra i risultati del lavoro svolto il primo anno, a gennaio 2019 il progetto ha visto la costituzione dell’associazione non profit “Mediterranea” grazie all’impegno di 5 dei 12 giovani rifugiati politici formati nel 2018 e dei due coordinatori del progetto. “Oggi – racconta padre Giuseppe Carulli, promotore di Mediterranea – il progetto consiste nella valorizzazione del parco attraverso una serie di attività: un orto biologico con ortaggi e verdure destinati alla vendita a km zero, un giardino delle erbe aromatiche e un vasto agrumeto con cui si producono sali e zuccheri aromatizzati e marmellate biologiche per la vendita al dettaglio e on line, produzione di oggetti da design per giardini e terrazzi urbani, progettazione e manutenzione di giardini, terrazze e balconi”.

Nel parco di Mediterranea, inoltre, spiega il  missionario vincenziano, “vengono organizzati diversi eventi al fine di far conoscere il progetto e creare attività di crowdfunding. Cene e pranzi etnici sono l’opportunità di far vedere il lavoro di tante persone e la trasformazione di un terreno incolto in un’area verde ben curata e produttiva. Momenti culturali, musicali e teatrali sul tema dell’inclusione sociale, dell’accoglienza e del dialogo continuo tra individui, e tra individui e ambiente. A Mediterranea si organizzano anche campi estivi per bambini, brevi corsi di pittura e grafica botanica, di ikebana con i fiori spontanei e coltivati, di creazione di carte con i semi… con l’intento di provare a diffondere una cultura dell’accoglienza”.

Per padre Carulli, Mediterranea può diventare un “progetto pilota” replicabile in altre realtà urbane nazionali e in tante proprietà religiose sottoutilizzate, “in quanto, attraverso una sperimentazione di forte impatto sociale, economico e ambientale, vuole costruire un modello alternativo di accoglienza e integrazione e promuovere un dialogo multiculturale attraverso metodologie progettuali ed ecologiche”. Mediterranea vuole soprattutto creare, conclude il missionario vincenziano, “un circolo virtuoso di inclusione sociale e professionale che ha come protagonisti privilegiati i richiedenti asilo, sia come formatori sia come formandi”. (Sir)

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