Figli di stranieri e oggi mediatori

15 Ottobre 2019 –

Milano – «Fino a pochi anni fa mettevo tra parentesi la mia parte ispanica, temevo che fosse un ostacolo al sentirmi pienamente parte di questa società. Ora ne sono orgoglioso, la vivo come una risorsa, ho recuperato l’amore per la lingua e le tradizioni della mia terra di origine». Kevin è nato in Italia da genitori dominicani, sogna di fare il mediatore culturale «per costruire ponti tra mondi diversi e mettere la mia doppia appartenenza al servizio di una convivenza più umana. Adesso ce n’è davvero bisogno». Anche Fatima, origini marocchine, ha in mente un lavoro simile, «lavorare con i bambini e aiutare chi ha difficoltà di adattamento o di apprendimento di una lingua». Sono due componenti della ‘squadra’ di giovani che si sono coinvolti nel lavoro promosso dalla cooperativa Mondo Aperto, fondata nel 2004 da alcune donne di varie nazionalità – marocchina, albanese, romena, spagnola e cinese – che a La Spezia lavora per promuovere accoglienza e integrazione dei migranti.

Da un po’ di tempo le energie e le professionalità vengono indirizzate verso un ambito ‘strategico’: le nuove generazioni, giovani nati in Italia da genitori stranieri o arrivati qua da piccoli e cresciuti in quella che considerano ormai la loro terra, un mondo che conta più di un milione e mezzo di persone. «Sono parte integrante delle nostre città e saranno i protagonisti attivi del futuro – dice Florentina Stephanidi, origini albanesi, fondatrice e cuore pulsante della cooperativa -. Molti di loro non hanno avuto un’esistenza facile, c’è chi sperimenta una estraneità sia nei confronti del Paese di origine sia di quello in cui risiedono, come degli apolidi emotivi. Hanno dovuto fare ricorso a tutta la loro resilienza per trovare il giusto equilibrio per poter valorizzare il loro vissuto e fare diventare la loro bi-culturalità una risorsa per se stessi e per la società».

La cooperativa Mondo Aperto si è fatta promotrice di due iniziative in questa prospettiva: l’allestimento della mostra multimediale ‘Nuove generazioni. I volti giovani dell’Italia multietnica’ – inaugurata al Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini nel 2017 e che in questi due anni è stata ospitata in decine di città – e il progetto Next Generation, in corso di svolgimento. I mediatori interculturali e gli operatori di Mondo Aperto stanno formando un gruppo di ragazzi di seconda generazione sulle tematiche dell’intercultura, della mediazione e del dialogo tramite un percorso che comprende esperienze di vario genere, come lo psicodramma, attività di cittadinanza attiva e di volontariato con Croce Rossa Italiana e momenti di convivenza per costruire un’amicizia ‘senza frontiere’. L’obiettivo è accompagnare questi giovani fino alla formazione di un’associazione di volontariato che si occupi di situazioni di disagio infantile o adolescenziale legate a matrici culturali o etniche. Da settembre è prevista la creazione di laboratori artistici ed espressivi (teatro, scrittura creativa, cinema) nelle scuole primarie e secondarie del territorio. Miranda, originaria dell’Albania, è convinta che «le fatiche provate sulla nostra pelle possono venire capitalizzate fino a diventare una risorsa per tanti ragazzi come noi e un vantaggio per la società italiana, dove la diversità del colore di pelle o di cultura viene ancora vissuta come un problema. Ma questo è il futuro, anzi, è già presente». (Giorgio Paolucci – Avvenire)

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