Sull’8xmille servono informazione e formazione

10 Ottobre 2019 – Palermo –  La promozione di 8xmille e Offerte per i sacerdoti nei prossimi anni dovrà essere in grado parlare ad una società italiana in veloce mutamento. Lo hanno indicato economisti e statistici che hanno partecipato ai lavori del convegno nazionale degli incaricati diocesani per il “sovvenire”, concluso ieri a Palermo, prendendo il polso delle prossime sfide nell’attività di raccolta fondi ecclesiale.

«Il valore sociale dell’8xmille è molto alto e dovremo spiegarlo sempre meglio – ha indicato Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’università di Roma Tor Vergata, ospite di una tavola rotonda moderata dal direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante, con Giorgio Fiorentini, direttore del Master in management delle aziende cooperative e imprese sociali non profit della Bocconi, e Marco Caselli, direttore del Centro di ateneo per la solidarietà internazionale dell’università Cattolica –. L’uomo contemporaneo è più che mai un cercatore di senso. E la Chiesa soltanto trasmette in parole e opere evangeliche valori come la fiducia, la gratuità, la cooperazione, costruendo relazioni che generano vita e felicità. Grazie al volontariato, la comunità ecclesiale riesce a moltiplicare quanto riceve, mostrando dunque una non comune capacità di generare valore economico e valore sociale».

Un’indagine a tutto campo sui sistemi di sostentamento del clero nel mondo è stata ripercorsa davanti alla platea dei 200 incaricati diocesani da uno dei massimi esperti italiani, monsignor Luigi Bressan, vescovo delegato per il “sovvenire” in Triveneto: «Conoscere altre esperienze di Chiese locali – ha spiegato – ci suggerisce direttive d’azione e fa crescere nella comunione ecclesiale, consapevoli che non esistono sistemi perfetti e permanenti».

«Annunciare la partecipazione alla missione ecclesiale in una società liquida, significa essere consapevoli che le decisioni sono oggi ben più rivedibili che in passato. E che c’è ancora lavoro da fare per la formazione – ha indicato Paolo Cortellessa del Centro studi del Servizio promozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, guidato da Matteo Calabresi –. Basti pensare che, secondo una recente ricerca, il 25% dei contribuenti ancora ritiene che l’8xmille sia una tassa in più, quando invece non costa nulla. L’intenzione di firmare per la Chiesa cattolica è aumentata dal 2015 ad oggi, secondo una nostra ricerca, dal 43 al 47%, ma sono aumentati anche i contribuenti, pari a 1,7 milioni in 7 anni, che tra crescente indifferenza, sfiducia e scarsa informazione, non esprimono alcuna scelta. Solo la formazione farà la differenza». (Laura Delsere)

 

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