Festival delle “Spartenze” chiude con la speranza di chi ce l’ha fatta

27 Agosto 2019 –  

Corigliano – Insieme per dividere e condividere il sogno: quello di una partenza che ha tracciato un solco tra il vecchio ed il nuovo ma ha saputo mantenere ben salde le radici alle prospettive. Si è chiusa con una vena romantica e nostalgica, mista ad una rinnovata speranza nel futuro, l’appendice del Piccolo Festival delle Spartenze 2019, dedicata ai giovani che dalla Calabria e dall’Italia sono partiti alla volta del Mondo per seguir virtute e canoscenze. Ai piedi dell’icona di Santa Maria ad Gruttam, nel cuore della Sila Greca tra Paludi e Cropalati, si sono ritrovati 16 tra ricercatori e docenti universitari delle più importanti università operanti nei cinque continenti. Un simposio di menti eccelse con un unico comun denominatore: essere giovani, appunto, ed emigrati.

“La notte dei Ricercatori”, questo l’evento promosso dall’associazione AsSud, a chiusura della sessione estiva del Piccolo Festival delle Spartenze – ideato e curato da Giuseppe Sommario – che quest’anno ha celebrato la sua quarta edizione, tenutosi nella suggestiva cornice dell’abazia bizantina di Santa Maria ad Gruttam sulle colline di Cropalati.

«L’amore per la propria terra rimane sempre qualcosa di disinteressato ma che ti porti dentro fino alla fine dei tuoi giorni. Sempre. Senza chiedere mai nulla in cambio». Sta tutta qui, nelle parole di Vincenzo Piro, docente di Filosofia all’Università Jean Moulin di Lione e che dal prossimo anno accademico siederà sulla cattedra della prestigiosa Sorbona, la sintesi di una notte nella quale ricercatori e docenti universitari si sono ritrovati a condividere le loro esperienze. E una su tutte: quella di aver dovuto lasciare la propria terra natia. «Certo – ha detto ancora Piro – c’è una sensazione di disinteresse nei confronti della propria terra una volta che si parte. Di disinteresse e amore». Insieme a loro un’altra grande eccellenza calabrese: Francesco Mazzei, cerchiarese di nascita e oggi tra i più apprezzati chef gourmet a Londra che ha raccontato della sua esperienza creativa che lo ha portato a rielaborare e rileggere i piatti arroccati all’identità e alla tradizione calabrese e a promuoverli nella grande city d’oltre Manica. Esperimento riuscitissimo che, oggi, lo pone tra le stelle della cucina più apprezzate e ricercate d’Inghilterra.

Speranza, esperienza e successo, invece, sono stati il leitmotiv, di domenica 18 agosto, quando, a chiusura delle Spartenze 2019, è stato presentato il libro di Aldo Platarota “Gli anni del Riscatto – Storia di una piccola rivoluzione sociale in un paese del Sud” (Ed. Phromos 2019). Ad introdurre i lavori, moderati dalla giornalista Samantha Tarantino, il direttore artistico delle Spartenze, Giuseppe Sommario. Il libro racconta del riscatto della generazione nata nel secondo dopoguerra, costretta ad andare via alla ricerca di una occupazione, cercando una dignità nel poter fare ritorno con il sudato lavoro. Il profumo dei ricordi viaggia su quello stesso treno rievocato nelle pagine di un libro, che alla piacevolezza della lettura fa inevitabilmente accompagnare una nostalgia, forse a tratti canaglia. Le valigie di cartone chiuse con lo spago a custodire i sapori di casa, gli affetti, i sogni. E tra le pagine, il lettore si imbatte in racconti storici che parlano di fatti, vita e quotidianità di migliaia di italiani che da nord a sud nel tempo hanno conosciuto l’esodo e che alla fine ce l’hanno fatta. E nel racconto c’è spazio per la riflessione sul problema terribilmente ancora attuale, l’emorragia dei tanti giovani alla ricerca di quella dignità.

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