Diocesi di Vicenza su migrazioni, accoglienze e prospettive future

25 Luglio 2019 – Vicenza – A fronte delle mutate condizioni del fenomeno migratorio e delle nuove disposizioni legislative promulgate a riguardo dal governo italiano, la Diocesi di Vicenza propone una riflessione e rilancia il proprio impegno in favore dei migranti presenti sul territorio. “Non è più il tempo della prima accoglienza, ma di attivarsi in favore dell’integrazione e dell’inserimento lavorativo dei titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari che rischiano a breve di trovarsi in condizioni di irregolarità e di povertà assoluta”, si legge in una nota sottolineando che corridoi umanitari, seconde accoglienze e inclusione lavorativa sono alcune delle iniziative che la diocesi porterà avanti “senza il sostegno di fondi pubblici, ma contando esclusivamente sul volontariato e sulla generosità espressa dalle comunità cristiane. È evidente che la scelta non è dettata da ragioni di tipo economico, ma di pensiero, di obiettivi e stili con cui si intende guardare ed accompagnare queste persone, uomini donne e bambini, giunti in Italia dopo esperienze traumatiche e desiderosi, come tutti, di un futuro migliore per sé e per i propri familiari”. La Diocesi vicentina ritiene “non più prioritario” impegnarsi nella prima accoglienza dei migranti, “certa che lo Stato saprà farsi carico delle necessità dei richiedenti protezione internazionale secondo gli standard previsti dal diritto internazionale”, e si concentrerà su “nuove progettualità di accompagnamento per le persone straniere presenti in Italia, in possesso di regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari, al fine di migliorare l’inclusione sociale e l’inserimento nel mondo del lavoro”, come si legge nella nota a firma degli uffici Migrantes, Caritas, Pastorale sociale e Pastorale missionaria. La diocesi, attraverso le proprie strutture, non ha quindi partecipato ai bandi prefettizi per l’affidamento del servizio di accoglienza e assistenza e intende “volgere attenzione ed impegno per sviluppare nuove progettualità di accompagnamento per le persone straniere presenti in Italia, in possesso di regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari, al fine di migliorare l’inclusione sociale e l’inserimento nel mondo del lavoro”. Nela nota “si incoraggiano le comunità cristiane ad intraprendere o continuare le esperienze parrocchiali o vicariali di accoglienza diffusa, che prevedano esperienze socio-relazionali accoglienti, casa, formazione professionalizzante, tirocini-lavoro, scuola di italiano”. Da qui l’invito a tutte le persone di buona volontà che “desiderano costruire una società più accogliente e solidale a coinvolgersi nelle iniziative territoriali a loro vicine” e a sostenere tutte le attività promosse “considerando che saranno progetti non sostenuti da fondi pubblici”.

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