Usa: manifestazione contro le politiche migratorie. Arrestati preti, suore e leader cattolici

19 Luglio 2019 – New York – Sono entrati nella rotonda d’ingresso al Senato con in mano le foto dei bambini migranti, morti nelle strutture di custodia del governo federale degli Stati Uniti d’America. Incuranti degli avvertimenti degli agenti, cinque degli attivisti si sono sdraiati sul pavimento del Campidoglio formando una croce umana e in coro hanno intonato i nomi delle piccole vittime: “Darlyn, Jakelin, Felipe, Juan, Wilmer, Carlos”. La polizia è dovuta intervenire arrestandoli, mentre giacevano a terra e cantavano. È successo ieri, come si legge in un articolo del Sir, a Washington nell’ambito della manifestazione organizzata dal Centro Colomban per la difesa e la sensibilizzazione, dalla Conferenza dei superiori maggiori maschili, dalla Conferenza dei Gesuiti di Canada e Usa, dalla Conferenza delle religiose degli Stati Uniti, da Pax Christi Usa e altri, per protestare contro le politiche di immigrazione messe in atto alla frontiera, in particolare nei confronti dei bambini. Poco prima di manifestare, gli attivisti avevano pregato, ascoltato testimonianze di migranti terrorizzati dall’idea di perdere i propri figli e hanno letto anche i messaggi dei vescovi arrivati a sostegno di questa manifestazione di disobbedienza civile. In manette sono finiti anche suore, membri di parrocchie e altri leader cattolici, portati via mentre recitavano l’Ave Maria. Tra i 70 arrestati c’è anche suor Pat Murphy, una religiosa di 90 anni, che lavora con migranti e rifugiati a Chicago e che da ben 13 anni organizza tutti i venerdì veglie di preghiera settimanali davanti all’agenzia delle migrazioni.

“Il trattamento dei migranti dovrebbe oltraggiare tutte le persone di fede”, ha ribadito suor Pat e con lei lo ha ripetuto anche suor Ann Scholz, della Conferenza delle responsabili delle religiose americane: “Siamo qui perché il Vangelo ci obbliga ad agire e siamo indignati per il trattamento orribile riservato alle famiglie e in particolare ai bambini”. “Questo trattamento non può continuare nel nostro nome”, ha concluso la suora.

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