Apostolato del Mare: a Glasgow nel 2020 le celebrazioni del centenario

15 Luglio 2019 – Roma – Si svolgerà dal 29 settembre al 4 ottobre 2020 a Glasgow, in Scozia, il XXV Congresso mondiale dell’Apostolato del mare che coinciderà con la celebrazione del centenario di quest’opera della Chiesa cattolica per il servizio pastorale nei porti e a bordo delle imbarcazioni. Lo ha annunciato il cardinale Turkson Prefetto della Dicastero vaticano per lo Sviluppo Umano ed Integrale in una lettera inviata ieri, 14 luglio, ai presidenti delle Conferenze episcopali, ai vescovi promotori, ai coordinatori regionali, ai direttori nazionali, ai cappellani e ai volontari. Il centenario, la cui preparazione partirà dal prossimo 4 ottobre, sarà un’occasione per fare memoria e rendere grazie a tutte le persone che negli ultimi cento anni hanno servito la gente del mare, per discernere il presente e tracciare il futuro del nostro ministero, al fine di rispondere all’evoluzione dei bisogni dei marittimi, dei pescatori e delle loro famiglie. La cerimonia di chiusura si terrà nella cattedrale scozzese di Sant’Andrea a Glasgow.

Nella lettera il prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale ripercorre il percorso degli ultimi cento anni a partire dalla sera del 4 ottobre 1920 in cui, nell’Istituto cattolico di Cochrane Street a Glasgow, si discusse sulla necessità di rilanciare l’attività pastorale di visita delle navi nelle parrocchie rivierasche: quella sera «iniziava una nuova era per la pastorale dei marittimi della Chiesa cattolica». Da allora in poi i Pontefici hanno benedetto e incoraggiato lo sviluppo di questo apostolato. A partire da Pio XI che approvò le prime costituzioni nell’aprile del 1922 «nella certezza che una così nobile iniziativa, largamente secondata dallo zelo di fervorose anime sacerdotali… vada sempre più dilatandosi nelle zone marittime dei due emisferi». Fino a Papa Francesco che lo scorso anno, nell’Angelus dell’8 luglio, in occasione della Domenica del mare, espresse «un ricordo particolare per coloro che in mare vivono situazioni di lavoro indegno, come pure per quanti si impegnano a liberare i mari dall’inquinamento». Come ricorda il cardinale Turkson, dal gruppo iniziale di persone che si riunirono a Glasgow e di cui conosciamo solo tre nomi (Peter F. Anson, un convertito dall’anglicanesimo, Arthur Gannon e fratel Daniel Shields, SJ), oggi l’apostolato del mare assiste marittimi, pescatori e le loro famiglie in tutto il mondo, con una presenza in 261 porti di 55 Paesi, con oltre 200 cappellani di porto e centinaia di visitatori di navi e di volontari. Un ministero che è cresciuto negli anni e si è adattato alle continue trasformazioni dell’industria marittima, restando comunque fedele alla missione iniziale «di rivelare Cristo a coloro che navigano a bordo delle navi, e che lavorano in acque profonde, allo scopo di condurli ad una maggiore conoscenza di Cristo e della sua Chiesa». (Oss.Romano)

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