Card. Parolin: salvare vite è “stella polare”

1 Luglio 2019 – Matera – “Io credo che la vita umana va salvata in qualsiasi maniera, ecco. Quindi quella deve essere la stella polare che ci guida, poi tutto il resto è secondario”. Lo ha detto, sabato scorso, il segretario di Stato della Santa Sede, il card. Pietro Parolin, rispondendo ai giornalisti, a Potenza, a conclusione della messa celebrata nell’ultima giornata della Festa del quotidiano “Avvenire”, riferendosi alla vicenda della nave Sea Watch 3 della ong tedesca.
Per il porporato oggi occore “sottolineare i segni di speranza”: “L’unica risposta che oggi possiamo dare alle sfide del mondo presente è una testimonianza autentica di vita cristiana, un cristianesimo che vive le fondamenta degli atti di Dio, ma che poi sa tradursi anche in opere a favore della società. La testimonianza è la parola chiave dei cristiani di tutti i tempi”. Dialogando con il direttore di Avvenire Marco Tarquinio sul tema: “La diplomazia della Santa Sede con Papa Francesco” il card. Parolin ha evidenziato che “le finalità della diplomazia della Santa Sede asi sintetizzano nella ricerca e nella promozione della pace, che nella Gaudium et Spes non è solo assenza di conflitto, ma che deriva dall’ordine e della giustizia, somma di beni materiali e spirituali. Altre diplomazie hanno interessi economici o militari. Papa Francesco si inserisce nel solco della Chiesa, invitandoci a non considerare i problemi in astratto, ma nella concretezza, avendo sempre di fronte i volti delle persone: bambini, anziani, emarginati, vittime di violenza”. Durante il colloquio il segretario di Stato della Santa Sede si è soffermato sul tema delle migrazioni sottolineando che è un tema “non facile”. La Chiesa “deve ricordare i principi del Vangelo, i laici devono avere l’autonomia sulle scelte che spettano alla politica. Ma il principio che guida le scelte politiche deve essere guidato dalla solidarietà, rispettose della persona umana e della sua dignità. Ci si divide su questi temi, e le divisioni non portano alle soluzioni migliori, l’invito è ad affrontare insieme queste situazioni. Evitare l’esasperazione dei toni, che non serve a risolvere i problemi, che vanno affrontati in maniera costruttiva. La comunità mondiale ha cercato di dare delle risposte con il Global Compact. La collaborazione è un metodo indispensabile”.

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