Chaire Gynai compie un anno: il progetto di integrazione “a tempo” per migranti

7 Giugno 2019 – Roma – Accogliere, proteggere, promuovere ed integrare: i 4 verbi della migrazione, lanciati da Papa Francesco, si fanno sintesi in Chaire Gynai (Benvenuta donna), un progetto voluto dallo stesso Pontefice e abbracciato dalla Congregazione delle suore missionarie scalabriniane. Si tratta di un percorso di integrazione “a tempo” per donne migranti, rifugiate e per i loro piccoli che sabato 1 giugno, giorno in cui ricorre la festa liturgica del beato Giovanni Battista Scalabrini, ha compiuto un anno.

Chaire Gynai è un progetto realizzato con la collaborazione della Congregazione per gli Istituti di vita Consacrata e le Società di vita apostolica, la Uisg (Unione italiana superiore generali), l’Ufficio Migrantes della Diocesi di Roma e grazie al sostegno dell’Istituto delle Suore missionarie del Sacro Cuore di Gesù (Cabriniane) che hanno messo a disposizione le loro strutture e tutto l’impegno necessario per la realizzazione.

“E’ un progetto di semiautonomia fondato sull’accoglienza, la protezione, la promozione e l’integrazione per percorsi di vita autonoma e di processi di cittadinanza e inclusione sociale, aiutandole a superare la paura con la speranza”, spiega suor Eleia Scariot, la scalabriniana coordinatrice del progetto. Nelle due case messe a disposizione per Chaire Gynai (una in via Pineta Sacchetti, in zona Gemelli, l’altra in via Michele Mercati, ai Parioli), sono passate quest’anno diverse migranti, alcune delle quali hanno già terminato il loro percorso di semi autonomia e hanno già lasciato le loro case. Loro ora lavorano e sono integrate nella città di Roma. “Sentiamo i frutti di questo progetto e ne siamo contente – dice suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane – E’ un anno pieno di gratitudine per i volontari, le istituzioni e per tutte le congregazioni che hanno partecipato in un progetto che per noi era un sogno ma che è diventato realtà”. “E’ un privilegio portare avanti questo progetto, con una profonda azione di comunione”, commenta Suor Barbara Louise Staley, superiora delle suore missionarie del Sacro Cuore di Gesù.

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