Papa in Romania: il racconto della Missione Cattolica Italiana

5 Giugno 2019 – Bucarest – Già da come è stata vissuta, l’attesa, è stata per molti un evento. Questo è stato evidente da come il messaggio che il Papa ha mandato al popolo romeno è diventato, da dopo poche ore, motivo di dialogo tra i passeggeri dell’autobus, o dei negozi.

Il Papa atterra in perfetto orario e dall’aeroporto e si reca in corteo al palazzo presidenziale, lungo il tragitto, i marciapiedi delle strade, soprattutto del centro, si riempiono di persone silenziose e curiose di vederlo.

Dai grandi schermi posti nelle strade, in alcune piazze, all’esterno della Cattedrale, e dalle televisioni, tutti possono seguire il Papa nei suoi incontri e soprattutto ascoltare ciò che dice. Dopo la visita al Presidente e il suo intervento pubblico ai “politici”, incontra il Patriarca e i membri del sinodo permanente della chiesa ortodossa e insieme vanno alla nuova cattedrale ortodossa, dove Papa Francesco viene accolto sia da ortodossi da che cattolici e anche in questo contesto il Papa si rivolge ai presenti.

Uscendo sale sulla “papa-mobile” e inizia il vero contatto con il “pubblico” situato ai margini delle strade e in alcune piazze adibite per accogliere i pellegrini. Il Papa arriva in Cattedrale, scende e tutti cercano il suo sguardo, vogliono essere visti, si sbracciano per attirare l’attenzione.

Rimango stupita dal fatto che vedo intorno a me gente (la maggior parte ortodossa) che grida “viva il papa”, “viva papa Francesco”.  Vedo gente entusiasta, che grida, che sventola cappelli o fazzoletti e questa è una cosa assolutamente non usuale per il popolo romeno che è abbastanza riservato è meno abituato a esternare in modo plateale la propria soddisfazione.

Non riesco a sentire tutto quello che il Papa dice, ma rimango colpita da alcune frasi tra cui, “…Abbiamo bisogno, Padre, di allargare gli orizzonti, per non restringere nei nostri limiti la tua misericordia…. (discorso del Padre nostro nella Nuova Cattedrale Ortodossa).

Inizia la messa. E pian piano, il silenzio prende il posto della confusione. Tutti partecipano e rispondono alla liturgia attenti a quello che il Papa fa e dice.

Terminata la Messa il Papa esce dalla Cattedrale e inizia un applauso lunghissimo e intenso.

Mi giro intorno e nessuno mi sembra estraneo, ma unito a me dalla grande Presenza di Gesù cui il Papa rimanda.

Torno a casa grata e con uno strano desiderio di annunciare a tutti Gesù.

La mattina il Papa parte per il santuario di Sumuleu Ciuc, località situata vicino alla città di Miercurea Ciuc, li celebra la Messa sulla collina retrostante il santuario in un bellissimo anfiteatro naturale attorniato dal bosco. I fedeli provengono soprattutto dalla zona chiamata Transilvania, ma anche dall’Ungheria. Al pomeriggio si reca a Iasi per incontrare anche i fedeli della regione Moldava e della vicina Repubblica Moldava, qui si vede un Papa raggiante incontrando intere famiglie, numerosi giovani e disabili. Appena possiamo seguiamo il Papa in Tv, e tutti rimaniamo colpiti dalla sua determinazione, coraggio e forza nel sopportare l’indubbia fatica che tutto ciò gli comporta.

Il suo viaggio si conclude con la grande e significativa celebrazione della divina liturgia con la Beatificazione dei 7 vescovi greco–cattolici a Blaj nella famosa Piana della Libertà. Questa piana ha un grande simbolismo storico in quanto, nel 1848, più di quarantamila persone, appartenenti alla rispettiva regione chiamata Transilvania, hanno platealmente affermato il desiderio di unirsi al resto della Romania.

Chiunque abbia avuto la possibilità di vedere e ascoltare, personalmente o tramite gli organi di informazione, non può non rendersi conto della grande portata storica della visita di Papa Francesco, avvenuta a vent’anni esatti da quella di Papa Giovanni Paolo II, anche perché per incontrare papa Francesco si sono mosse, e ci riferiamo solo ai cattolici, più di cinquecentomila fedeli, ma la sua visita, grazie alle trasmissioni in diretta fatta da molte televisioni e radio, ha avuto un impatto molto forte su tutto il popolo romeno, indipendentemente dall’appartenenza religiosa, compreso quello in diaspora. Moltissimi messaggi di stima ed apprezzamento sono stati mandati ai suddetti canali di informazione proprio da romeni che vivono all’estero, dando la netta impressione che la popolazione romena abbia colto la visita del Papa non tanto come la visita del “Pastore” che è venuto ad incontrare i propri fedeli, ma ad incontrare tutti i romeni.

Rileggendo tutti i discorsi e gli interventi che il Papa ha fatto in Romania, rimango commossa dalla tenerezza che ha avuto per questo popolo e dalla grande intelligenza di giudizio. Ha valorizzato l’uomo nella sua totale interezza e nel suo immenso valore.

Grazie Santità. Per noi adesso inizia un nuovo percorso, una più grande responsabilità  e un nuovo lavoro. (Tina Savoi e don Valeriano Giacomelli)

 

 

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